Sarà “Il Trittico” pucciniano ad inaugurare la stagione di spettacoli dal vivo della fondazione Taormina arte, nel messinese, che inizierà l’8 luglio per concludersi il 18 agosto. Un cartellone, quello di quest’anno, che segna il ritorno alla produzione diretta della fondazione nell’ambito dell’opera lirica.
Il primo allestimento sarà “Il Trittico” di Puccini, una coproduzione Taormina arte e opéra-Théatre de Metz, in collaborazione con la fondazione Luciano Pavarotti. L’evento è stato presentato dal maestro Beatrice Venezi che dirigerà la taormina arte festival orchestra; il regista è il belga Paul-emile Fourny, lo scenografo Patrick Méeüs, la costumista Giovanna Fiorentini e i protagonisti, un ensemble di note star della lirica -Marcelo Àlvarez, Massimo Cavalletti, Marco Ciaponi, Francesca Tiburzi e Annunziata Vestri – e giovani talenti selezionati dalla Fondazione Pavarotti. Lo spettacolo prevede una replica il 13 luglio e conta la partecipazione del coro lirico “Francesco Cilea” diretto da Claudio Bagnato.
“Per realizzare questo meraviglioso sogno – ha commentato Beatrice Venezi – abbiamo avuto un immenso capitale umano che è stato un significativo elemento propulsore e che ci ha consentito di lavorare insieme nel massimo afflato e anche divertimento. Con Nicoletta Mantovani abbiamo creato un’atmosfera da bottega per i giovani talenti, perché compito di un direttore artistico deve essere anche quello di ponderare le sue scelte già dalla selezione del cast. Questo modello di artigianato nel fare teatro rispecchia la nostra volontà di sviluppare e far crescere le maestranze del nostro “made in Italy” di eccellenza: non è un caso che il cast sia totalmente italiano e che tra i nostri principali obiettivi ci sia quello di supportare e far circolare le produzioni nazionali”.
“Montare un’opera in un sito archeologico – ha continuato Venezi – è decisamente una sfida, considerando non solo le questioni tecniche ma le avversità climatiche.” In tale ambito lo studio della scena e dei movimenti è stato studiato attentamente dal regista, di origine belga, che ha raccontato la sua idea dell’acqua, sul proscenio del palcoscenico, in entrambe le opere”. “Se devo considerare un compositore di riferimento per come ha concepito l’azione da un punto di vista cinematografico – ha dichiarato Fourny – non posso non far riferimento a Puccini e in queste tre opere che metteremo in scena abbiamo dunque una prospettiva dal forte impatto visivo: la tragedia nel “Tabarro”, il misticismo in “Suor Angelica” e la commedia in “Gianni Schicchi”. Entrambe sono collegate da questo fiume che scorre inesorabilmente partendo dalla Senna, scenario della prima storia, per arrivare al convento e, da simbolo dell’acqua benedetta, trasformarsi nell’ultima opera in acqua putrida, fogna dei bassifondi di “Gianni Schicchi”.
Se il baritono lucchese Massimo Cavalletti è alla sua prima volta a Taormina, intensa è la collaborazione già vissuta sul palco insieme a Marcelo Àlvarez, originario di Cordoba ma residente in Italia da svariati anni. E con loro il tenore Marco Ciaponi, il soprano Francesca Tiburzi e il contralto Annunziata Vestri che hanno ricordato i diversi ruoli da loro interpretati nei tre atti unici, e parlato del loro afflato e dell’energia positiva che si è sprigionata fin dal primo momento, incrementata anche grazie a fortuiti e apprezzati incontri in città, in questi giorni di prova, con gli stessi Taorminesi. Apprezzato molto anche il lavoro del metteur en scène: “una regia che ci dà la possibilità di esprimere appieno le varie corde della nostra personalità, passando dal passato al futuro, dalla commedia dell’arte al verismo; un lavoro – hanno aggiunto – in assoluta sinergia con tutte le componenti di questo numeroso organico che dimostra le migliori qualità che ogni artista dovrebbe possedere: amore, dedizione, generosità”.