Una giornata di cultura per tracciare il percorso letterario che ha visto Giovanni Verga e il regista Florestano Vancini descrivere i fatti di Bronte del 1860. La conferenza è stata organizzata nell’auditorium del real collegio Capizzi dall’associazione Bronteinsieme, dal Rotary Aetna nord ovest Bronte, dalla Fidapa di Bronte, dal circolo di cultura Enrico Cimbali, dal lions club Adrano-Bronte-Biancavilla, dal club donna insieme e dalla pro loco Bronte, con il patrocinio del comune e della fondazione Verga.
Un evento organizzato in occasione del centenario della scomparsa di Giovanni Verga, autore della novella Libertà e del cinquantenario della proiezione del film di Florestano Vancini “Bronte: cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato”.
Dopo i saluti istituzionali da parte dei presidenti dei club e del sindaco Pino Firrarelle, magistralmente moderati dal giornalista, Luigi Putrino, hanno tenuto relazioni Gaetano De Bernardis, dirigente del centro nazionale di studi Pirandelliani e grande estimatore di Giovanni Verga, il professore Andrea Manganaro, vicepresidente del consiglio scientifico della fondazione Verga e Pasquale Iaccio, professore di storia del cinema e documentario italiano all’università di Salente.
“I fatti di Bronte – ha spiegato Firrarello – così come raccontati inizialmente dalla storia, rappresentavano l’infamia più grande che i brontesi potessero subire. La verità è che il popolo fu illuso con la prospettiva di ottenere le terre. Il processo Bixio che da sindaco organizzai nel 1985 fu un tentativo azzardato, ma riuscito, di mettere in discussione la storia”.
E se il prof. De Bernardis ha delineato i percorsi del Verga dal risorgimento al verismo, descrivendo la vera ispirazione della novella Libertà, il prof. Manganaro ha chiarito come Verga non fosse uno storico, ma uno scrittore. Di conseguenza la sua novella va vista come solo come opera letteraria. “Libertá non è un documento, – infatti ha affermato – ma un monumento”.
Il professore Iaccio, invece, ha ricordato le critiche che inizialmente Vancini fù costretto a subire per aver “dissacrato” la storia del Risorgimento, raccontando però delle verità descritte anche nei 2 processi del 1860 e del 1863. Una conferenza in grado di emozionare quando il prof. Giuseppe Di Bella ha recitato i versi delle poesie di Ignazio Buttitta e Lionardo Vigo e quando il Coro del Rotary Club Aetna Nord Ovest Bronte gli “Allegri insani”, con la partecipazione del soprano Serena Cassarà, diretti da Leda Castiglione ha cantato anche “Terra Madre” inno della Regione siciliana.