Sabato prossimo, 18 febbraio, a partire dalle 16.30, inizierà la lezione del corso di archeologia medievale promosso da Bcsicilia in collaborazione con il dipartimento culture e società dell’università di Palermo, il museo civico, l’università popolare Termini Imerese e la parrocchia San Nicola di Bari.
Dopo la presentazione di Alfonso Lo Cascio, presidente regionale di BCsicilia, è previst ala conferenza dal titolo “I castelli della Sicilia medievale” che sarà tenuta da Ferdinando Maurici, archeologo, soprintendente del mare della regione. L’incontro si svolgerà nella chiesa di Santa Maria della Misericordia, museo civico, in via Mazzini a Termini Imerese, nel palermitano.
Il corso prevede 9 lezioni e 6 visite guidate. Ai partecipanti sarà rilasciato un attestato di partecipazione. Per informazioni Tel. 346.8241076 – Email: terminiimerese@bcsicilia.it. Facebook: BCsicilia.
Lungo le coste e nell’interno dell’isola ci sono circa 300 castelli (ancora oggi presenti o documentati). Per l’epoca bizantina e musulmana dobbiamo accontentarci di poche e reticenti fonti. La storia del castello in Sicilia deve iniziare dall’età normanna e deve comprendere i castelli del demanio regio e quelli edificati dalla feudalità. L’età normanna è il primo grande momento di incastellamento con circa 130 castelli attestati dalle fonti.
Federico II aggiunge una serie di interventi, numericamente limitati, localizzati soprattutto in Sicilia orientale, ma di eccezionale qualità formale. Il primo Trecento, con la necessità di difendere l’isola dalle incursioni e dai tentativi di riconquista angioini, vede una serie di costruzioni catastali volute e realizzate dal re Federico III il grande.
Il secondo Trecento vede una grande ondata di costruzioni castrali volute dall’aristocrazia militare, con alcuni gioielli come il castello di Mussomeli, nel nisseno. La riconquista aragonesea fine secolo impone nuovamente un rigido controllo monarchico sull’erezione di fortezze.
Il governo viceregio provvede nella prima metà del XV secolo quasi soltanto al mantenimento minimo dell’operatività dei castelli demaniali ed al loro armamento con bocche da fuoco. Pochi i riadattamenti di castelli feudali, come quello di Misilmeri condotto da Matteo Carnalivari. La minaccia turca nella seconda metà del secolo non comporterà subito un primo tentativo di adeguamento dell’architettura fortificata alle artiglierie a polvere. Ciò comincerà ad avvenire solo verso il 1480: la seconda cinta del castello di Milazzo è in tal senso il monumento più completo dell’architettura della “fase di transizione” verso il fronte bastionato che trionferà nel Cinquecento.
Ferdinando Maurici è attualmente soprintendente del mare. Dopo la laurea in lettere ed un primo PhD in storia medievale a Palermo ha proseguito gli studi in Spagna conseguendo la specializzazione in archeologia medievale all’università di Barcellona ed un terzo in scienze del patrimonio culturale all’università di Girona. È stato anche ricercatore a contratto della Alexander von Humboldt Stiftung all’università di Bamberg in Germania per due volte ed ha insegnato archeologia medievale per un semestre presso questa università e inoltre presso l’università di Bologna e la Lumsa. È autore di circa 300 pubblicazioni dedicate alla storia, alla storia dell’architettura e dell’urbanistica, all’archeologia e alla topografia medievali siciliane. È abilitato come professore associato in storia dell’architettura.