Anche Librino avrà la sua Sant’Agata, posta a salutare il quartiere con un grande sorriso. È l’ultimo dono del mecenate Antonio Presti che in questi giorni ha accelerato l’installazione delle sculture agatine all’interno dell’opera monumentale “La porta delle farfalle” condivisa con oltre 15.000 abitanti, per consentire a migliaia di studenti delle scuole di volgere lo sguardo alla martire e di pregare per il futuro.
“Tutti i bambini del quartiere – sottolinea il presidente di Fiumara d’Arte – assisteranno per la prima volta alla manifestazione di Sant’Agata a Librino. La gloriosa martire rivelerà la sua bellezza universale attraverso il sorriso, quel sorriso che nella scultura è volutamente rimarcato per segnare un abbraccio forte. La sua protezione, la gioia nell’accogliere gli abitanti al suo cospetto, la purezza del suo cuore e la forza del suo coraggio, si mostreranno a coloro che con amore e devozione riporranno nella beata Vergine la loro fiducia. Agata amerà ogni giorni Librino con il suo sorriso”.
Oggi e domani, dalle 09.00 di mattina alle 13.00, le scolaresche percorreranno quel muro artistico che il maestro Presti sta costruendo nel museo a cielo aperto di Librino, per consacrare a Dio mente e cuore, con l’intercessione della Santa. Lì pregheranno davanti alle due opere dedicate ad Agata: una realizzata dall’artista Alberto Criscione e una da tutte le donne del quartiere, firmate entrambe dall’architetto Antonio Privitera.
“Le finestre rappresentano una cornice oltre la quale tutto può accadere. Fuori o dentro possono esserci paesaggi, storie, riferimenti, speranze, è l’educazione all’immaginazione, come scrive Pessoa, a concederci il viaggio, in modo che tutti i giorni possano avere una finestra davanti. Il particolare architettonico del duomo di Catania è allora trasposto e riproposto come segno di vicinanza e appartenenza, come nostro vissuto e come immagine e speranza in ciò che può accadere – dichiara l’architetto Privitera”. La sua idea è stata poi plasmata dallo scultore Criscione che dice: “Antonio Presti è un visionario, ha tantissime idee per valorizzare luoghi dimenticati della Sicilia e con Sant’Agata è riuscito ad aprire, attraverso l’arte, una finestra sulla fede”.
“La Santuzza, quando attraversa la città col suo fercolo – continua Presti – ha un sorriso enigmatico, un sorriso chiuso che i fedeli cercano di decifrare durante la processione. Agata invece a Librino e solo a Librino, non lascia dubbi. Con la sua espressione gioiosa e sorridente benedirà tutto l’anno i bambini e le famiglie del quartiere”.
La seconda opera che ha trovato spazio nell’infinito emozionale della Porta delle farfalle è stata realizzata direttamente dalle mamme. Si tratta sicuramente dell’attributo più noto di Sant’Agata: i suoi seni, oggetto del martirio. “Volendone osservare da vicino il significato, è facile constatare come amore, fertilità, maternità, siano da sempre alcune delle parole associate – sottolinea l’architetto Privitera – ai seni, in un gioco di antitesi continuo tra castità e sensualità”:
Duecento minnuzze realizzate in terracotta a creare due grandi seni dove “sono incisi tutti i pensieri devozionali dedicati ad Agata – conclude Presti – in un mondo travagliato dalla crisi morale, dalla depressione economica, dilaniato dall’aggressività e dall’oppressione, diviso dall’individualismo, sempre più sfrenato, sempre più cieco, l’abbraccio del Cuore da parte delle mamme diventa quella lotta costante contro la debolezza umana, rimarcando la perseveranza fedele del cammino verso Cristo. Anche nella sua dimensione fisica il seno è uno spazio tra un solco, una rientranza pronta ad accoglierci e a proteggerci. Questo è il Grande grembo che abbiamo voluto donare a Librino: un omaggio spontaneo alla Santa da parte della sua comunità, ancorata nell’Amore per Agata. Un sorriso che oltrepasserà i confini del quartiere, con la speranza di irradiare gioia anche a tutta la città di Catania, che sta attraversando in questo periodo momenti di incertezza e di tristezza. Tutti devoti tutti. Viva Sant’Agata. Viva Librino. Viva Catania”.