Sono 37 gli iscritti al corso di pittura en plein air che il maestro spagnolo Pedro Cano terrà al mattino del 18 e 19 gennaio al Teatro Antico di Taormina, nel messinese, in occasione dell’inaugurazione della sua mostra “Teatros”, visitabile a Palazzo Ciampoli fino al 19 marzo. A tagliare il nastro, alle 12.30 di giovedì 19 gennaio sarà l’assessore ai Beni culturali e all’Identità siciliana Elvira Amata.
La mostra – che in queste ore si sta allestendo a Palazzo Ciampoli alla presenza del celebre artista – è promossa dal Parco archeologico Naxos-Taormina, diretto da Gabriella Tigano, e organizzata dalla Fundaciòn Pedro Cano, su progetto di Giorgio Pellegrini. Protagonisti di “Teatros” saranno sedici grandi acquerelli dedicati ai siti archeologici di otto Paesi attraverso cui l’artista Pedro Cano ci offre la sua lettura della millenaria storia del Mediterraneo: dal teatro di Petra, in Giordania, a quello di Cartagena, in Spagna. E poi l’Odeon di Alessandra in Egitto e i teatri in Siria, Turchia, Grecia, Libia. E infine l’Italia con Ostia Antica, Villa Adriana e Taormina. Visite tutti i giorni fino al 19 marzo 2023, dalle 9 alle 16, ingresso gratuito.
Straordinaria l’adesione al corso di pittura del maestro Cano che, in omaggio all’epopea del Grand Tour, ha voluto dedicare agli appassionati della tecnica dell’acquerello “Agua y color en el Teatro Antico de Taormina”, due mattinate di lezioni all’aria aperta, dalle 10 alle 13, fra le gradinate millenarie del Teatro Antico di Taormina. In arrivo giovani apprendisti ma anche professionisti delle discipline pittoriche provenienti da varie città italiane e persino dalla Spagna. Le iscrizioni si sono concluse in queste ore. La partecipazione è gratuita.
“Il Mediterraneo è stato lo scenario nel quale ho trascorso gran parte della mia vita, e ho dedicato alle sue terre e alle sue città migliaia di opere su carta, tele e soprattutto moltissimi quaderni che mi hanno accompagnato nei miei viaggi.” Così Pedro Cano introduce la sua mostra, sedici acquerelli di grande formato che raccontano per immagini altrettanti teatri dell’antichità classica che l’artista spagnolo ha visitato in oltre trenta anni di viaggi. Una sorta di odissea artistica attraverso alcuni tra i più significativi siti greci e romani affacciati sul Mediterraneo, dal quello della città nascosta dei Nabatei, Petra, nella attuale Giordania a quello monumentale di Taormina in Sicilia dove la mostra, reduce dai successi riscossi a Cartagena, Milano e Fabriano, approda nel gennaio 2023.
La mostra “Teatros” di Pedro Cano, a cura di Giorgio Pellegrini, ci invita a un viaggio alla scoperta di questa preziosa eredità testimone della forte crescita culturale che esercitò una grande influenza in tutta Europa, nel Nord Africa e nel Medio Oriente; un viaggio da compiersi attraverso le sensazioni prima registrate dall’Artista nei suoi taccuini di viaggio (alcuni presenti in mostra) e poi riemerse in tutte le loro straordinarie atmosfere nei dipinti esposti, quasi come se fosse ancora possibile percepire il vissuto di quei luoghi, ascoltarne i clamori e l’intensa umanità.
“Sin dalla sua giovinezza – scrive Giorgio Pellegrini nelle note che accompagnano il progetto espositivo – il Teatro ha destato in Pedro Cano un forte interesse culturale così, quando nel 1988 il regista Maurizio Scaparro gli chiede di realizzare le scenografie de La Vita di Galileo di Bertolt Brecht per il Teatro di Roma, coglie con entusiasmo l’occasione per immergersi in quel mondo. Il felice sodalizio con Scaparro si consolida l’anno successivo per la messa in scena delle Memorie di Adriano di Margarite Yourcenar, protagonista Giorgio Albertazzi. Questa volta Pedro Cano non si limita a disegnare le fogge ma interviene anche sui tessuti affinché i costumi di scena risultino perfettamente integrati nel “Teatro Marittimo” di Villa Adriana a Tivoli. Con ‘Teatròs’ i visitatori di Taormina vivranno l’esperienza di un reportage sentimentale intorno all’immenso specchio azzurro del Mediterraneo i cui confini non devono intendersi solo meramente geografici ma anche concettuali e propri di uno spazio che è stato ed è un crocevia di ideologie, culture, religioni e arti”.