A Mascali, nel catanese, grazie alle maxi discariche a cielo aperto, è emergenza rifiuti, dal centro alle periferie. Una situazione che sembra essere sfuggita al controllo, in particolare nelle borgate. Uno degli ultimi roghi è stato appiccato pochi giorni fa ai cumuli di spazzatura adagiati a ridosso del vecchio asilo nella frazione di Carrabba, un edificio di proprietà della regione rimasto danneggiato dalle fiamme.
“Non ci sono parole per descrivere il degrado ormai insostenibile che solo chi non è abituato a girare per le strade, a confrontarsi e ad ascoltare i cittadini, può non vedere – commenta il consigliere comunale Rosario Tropea, capogruppo di Progetto Sicilia – all’inciviltà di talune persone si lega il totale fallimento di un’amministrazione comunale che ha contribuito a trasformare il territorio di Mascali in una nuova terra dei fuochi. Gli incendi, quotidiani, delle discariche a cielo aperto presenti soprattutto nelle frazioni di Carrabba, Fondachello, Sant’Anna e Nunziata, spesso a ridosso di abitazioni, continuano a produrre nell’aria sostanze nocive, spesso letali, come la diossina.
Non è più possibile tollerare questa situazione. È intenzione del nostro gruppo “Progetto Sicilia” – conclude Tropea – presentare formale denuncia alle autorità competenti”. Un disagio avvertito non solo dai cittadini ma anche dai visitatori che in più di un’occasione avrebbero abbandonato le strutture ricettive. Un allarme che è anche sanitario per la presenza di ratti e animali nocivi.
“Riteniamo che la misura sia ormai colma – dichiara il consigliere comunale Giuseppe Cardillo, capogruppo di Amore per Mascali – la cronica incapacità amministrativa di questo sindaco e di questa giunta, unita alla folle idea di aumentare la percentuale della differenziata, lasciando sulle strade l’indifferenziata, sommata al mancato ritiro di ingombranti da parte del tanto decantato centro di raccolta, hanno trasformato Mascali in una nuova terra dei fuochi. Intervengano le autorità, alle quali ci rivolgiamo. Sindaco e amministratori – conclude Cardillo – se hanno un minimo di pudore, si dimettano e liberino il paese”.