Un crescendo di emozioni in un’atmosfera surreale. Uscire, per qualche momento, dalla quotidianità per entrare in una dimensione parallela, capace di esprimere attraverso il linguaggio dell’arte la profonda consapevolezza del mondo contemporaneo. Un’analisi sociologica e storica cruda e veritiera, espressa con il linguaggio dell’arte. È questo il leitmotiv della mostra “Dejà vu. Dodici mali del terzo millennio e un’unica strada da percorrere insieme”, ospitata, a partire dal 19 novembre scorso, nei locali de “La Corte del Vespro” (contrada Bastonaca – Vittoria, nel ragusano).
Nell’atmosfera calda di un’antica “carretteria”, riscaldata dai ciocchi di un camino, la mostra, composta da tredici foto di Toni Campo, accoglie i visitatori trasportandoli quasi in una dimensione di nuova consapevolezza sociale.
Le foto di Toni Campo, con l’allestimento curato da Francesco Palazzolo e Florin Mioc, regalano le emozioni forti delle problematiche di un mondo, dove si consumano tante tragedie, che oggi ci attraversano. L’arte diventa quindi presa di coscienza, consapevolezza e forte azione sociale. Ne “La Corte del Vespro” si sviluppa la dimensione sociale dell’arte che non è solo fine a se stessa, ma diventa denuncia, presa di coscienza, maturità, senza mai piegarsi nella dolorosa rassegnazione, ma capace di regalare speranza e persino una prospettiva di rinascita.
“Lo sguardo degli artisti sulle piaghe dell’umanità nelle pieghe nascoste della storia che vive uno dei suoi momenti più difficili”. Queste sono le parole che accolgono il visitatore che inizia il percorso attraverso la visione delle tredici foto. Segue l’elenco dei “dodici mali” su cui l’obiettivo della macchina fotografica ha puntato lo sguardo: «Le piaghe della natura e della psiche umana. La distruzione del pianeta e dell’habitat naturale dell’uomo; i problemi sociologici connessi all’uso delle nuove tecnologie; la dipendenza dai social media; l’analisi dei mali del presente non deve servire a rassegnarci, ma a dare una scossa alla coscienza di tutti noi. Per salvare l’umanità bisognerà guardare quella luce in fondo alla strada e avere la capacità di tracciare un nuovo cammino».
Molti i visitatori che, nei primi due giorni di apertura della mostra, hanno ammirato le opere esposte. Tra queste, l’architetto e attrice Liliana Stimolo, che è anche regista e critica cinematografica e che è anche tra le protagoniste delle foto. “Toni Campo affronta i temi forti con grande delicatezza e sensibilità, da lasciare l’osservatore affascinato e colpito. La sua forza espressiva rende le sue opere emozioni, ancor di più per chi come me è (coinvolta in prima persona) diventa ” immagine”. Vedere questa mostra è guardarsi dentro: l’eccellente allestimento curato da Francesco Palazzolo, con il supporto di Florin Mioc, ti assorbe in una spirale che è il mondo contemporaneo e ti portano ad acquisire la consapevolezza che non c’è tempo da perdere perché c’è qualcosa da salvare per ricominciare. Le immagini di Toni, delicate e giocate sapientemente con la luce, l’allestimento e il luogo rendono magico e quasi spirituale questo viaggio, questa esperienza. Immagini di meravigliose potenza espressiva “accarezzano l’anima” e fanno sperare perché forse, non tutto è perduto, il futuro è lì, uno spiraglio di luce c’è”.
Anche l’artista vittoriese Arturo Barbante, promotore di numerose attività culturali nella città, ha apprezzato la mostra. “Toni Campo ci presenta l’immagine di un uomo che si trova di fronte alle problematiche della povertà, dell’immigrazione, dell’ambiente degradato, dei social; affronta queste tematiche con grande fluidità e serenità. Ho apprezzato l’allestimento, con il gioco di concavo/convesso che rappresenta simbolicamente il nostro giro del mondo. Sono rimasto profondamente colpito dalla profondità delle immagini, dalla grande capacità espressiva. ma anche dalla scelta dei soggetti, dalla valorizzazione dei “diversi”. C’è nelle sue foto un forte richiamo alla classicità, alla monumentalità delle opere di Michelangelo. È bellissimo anche il luogo che accoglie questa mostra. Sono affascinato da questi antichi luoghi, un tempo luoghi per la produzione dell’uva, divenuti oggi luogo di produzione di cultura. E nonostante la mostra non si trovi nel centro della città, ma in un luogo più lontano dove bisogna recarsi appositamente, sta suscitando un grande interesse richiamando molti visitatori”.
Hanno collaborato Carla Armenia, Dario Renna (autore di brevi componimenti per ciascuna delle opere presentate), la cooperativa sociale “Iride” e la fondazione “Il Buon Samaritano”. Hanno contribuito GUARDİ ITALIA, di Vienna, DENTONIO di Belgrado e I.L.P.A.V. di Vittoria. La mostra proseguirà nei giorni 26, 27 novembre, 3, 4, 10, 11, 17, 18, 27, 28, 29 dicembre, 6, 7, 8 gennaio, dalle 17,30 alle 22,30.