Sicilia: superati i 110.000 visitatori nei tre fine settimana de “Le vie dei tesori”
Superate le quarantamila presenze in un weekend. Trascinate da Palermo, le città delle Vie dei Tesori non fermano la loro corsa: oltre centodiecimila nei primi tre weekend di festival. E ovunque, dai palazzi del centro storico ai castelli nelle province, si sono viste famiglie in coda, giovani pronti con la guida in mano, turisti stranieri felici per la app gratuita. Ovunque visitatori felici di riappropriarsi dei siti, scoprirne di nuovi, salire sui campanili o partecipare alle passeggiate nei quartieri periferici. Palermo è stata e resta ancora pienissima nel terzo weekend delle Vie dei Tesori, l’ultimo per Carini e Cefalù, Alcamo, Ragusa e Scicli. Si continua invece per altri due weekend a Palermo, Catania (con la barocca Acireale) e Mantova che chiude il suo primo weekend superando i mille visitatori.
Palermo segna nel suo carnet 41160 visitatori, con la chiesa di Santa Caterina salda nella sua posizione di luogo in assoluto più visitato della città. Le altre città superano i diecimila visitatori: con una punta di Catania e Acireale che insieme doppiano le tremila presenze, seguite dalla delicata Scicli che mai come quest’anno ha meravigliato: ha superato i duemila visitatori soltanto in questo ultimo weekend. E segue la vera sorpresa di questa edizione: Alcamo piccina e straordinaria, al suo debutto, si aggiudica il terzo podio e supera a sorpresa, Ragusa e Cefalù. Che comunque possiede il sito più visitato fuori Palermo: ovvero il Lavatoio medievale dove il flusso di visitatori è stato continuo, ben 600 solo in questo fine settimana. Chiude Carini che comunque ha superato anch’essa le mille presenze. E si aggiunge Mantova con un esordio di alto profilo, e tanta curiosità per la nuova torre disegnata da Italo Rota aperta per la prima volta al pubblico proprio per il festival.
Per il secondo weekend, dunque, Palermo ha numeri da record: aggiunge presenze e i trentamila visitatori sfiorati dello scorso weekend, ora sono abbondantemente superati: Santa Caterina continua a tenere stretto il podio da superstar accreditata, ma questo weekend il pubblico si è riversato anche a Palazzo Costantino dove è in corso la personale della francese Juliette Minchin curata da Paola Nicita. Segue da vicino una certezza come la Banca d’Italia (che era al suo ultimo weekend), e il monastero di Santa Caterina con le celle delle monache di clausura ancora arredate come un tempo.
Sold out (anche per i due prossimi fine settimana) le visite all’aula bunker dove in tantissimi (soprattutto giovani sotto i trent’anni) assistono al racconto del maxiprocesso dalla viva voce dei cronisti e dei testimoni di allora. Segue una sorpresa inedita di questa edizione, la Casina Cinese con i suoi arabeschi, le cineserie, gli orpelli e le tappezzerie volute dai reali Borbone, Ferdinando e Carolina. Ma il pubblico ha anche affollato il Castello a Mare per seguire l’invasione dei sax di Gianni Gebbia & co: come pifferai magici, hanno condotto il pubblico tra rovine, fossati e passaggi, e lo faranno anche nei prossimi due weekend. Tanti spettatori anche per la misteriosa cripta delle Repentite dove hanno ritrovato la cortigiana amata dal vicerè: Stefania Blandeburgo ha offerto di nuovo una delle sue interpretazioni più belle, ma stavolta ha anche unito un nuovo personaggio: ha infatti debuttato con successo ai Quattro Pizzi nelle vesti anni ’20 di Lucie Henry, la moglie innamorata di Vincenzo, cadetto dei Florio, l’inventore della famosa Targa. Esaurite tante esperienze e gran parte delle passeggiate alla scoperta della città e dei dintorni. Gettonate le visite colme di sapori e di profumi. Sold out i “must” del festival, dall’alto e dal basso, ovvero i voli in Piper e i percorsi sotterranei nei qanat, esauriti appena pubblicati sul sito www.leviedeitesori.com
A Catania il pubblico ha preferito il centro storico, ma non ha disdegnato le gite fuori porta: confermando il gradimento per il sontuoso Palazzo Scuderi Libertini con il suo giardino affacciato sulla città; ha riscoperto il nero Castello Ursino e si è riversato di nuovo nell’ex calzaturificio Ega imboccando il passaggio che conduceva al piccolo teatro Dusmet. Una piccola chicca: in tanti hanno visitato il giardino tropicale di Villa Trinità, a Mascalucia, vero polmone verde che il suo proprietario, Salvatore Bonajuto, ha riempito di testimonianze greco romane.
Dopo le due “capitane” la più visitata è Scicli: delicata, barocca, un merletto scolpito con sorpresa visto che per la prima volta Palazzo Bonelli Patanè con i suoi arredi d’epoca e i salotti sontuosi ha superato i luoghi del commissario Montalbano, quindi il set diventato museo all’interno del Comune. Grande attenzione per la collezione del Gruppo di Scicli e le tele di Piero Guccione a Palazzo Spadaro e per l’antica Farmacia tra alambicchi, albarelli e vasi per i medicamenti (tra l’altro, anch’essa tra i siti ricostruiti della virtuale Vigata).
Alcamo è stata di fatto la vera sorpresa con un debutto da favola nel festival: non solo ha superato altre realtà più consolidate, ma ha messo a punto una sorpresa: lo stesso numero di visitatori (oltre seicento) per i due castelli: lunghe code per salire sui merli del Castello dei Conti di Modica, in centro, ma anche per la rocca scoscesa del Castello di Calatubo. Tanto pubblico anche al neonato museo degli strumenti musicali, e per la passeggiata alla scoperta di Monte Bonifato.
A Ragusa vanno sempre forti i palazzi sontuosi: il pubblico ha salito la scenografica scalinata per scoprire il tempo immobile di Palazzo Arezzo di Trifiletti che custodisce la memoria intatta di uno dei casati più antichi dell’intera Sicilia. Ma questo fine settimana non si son fatti scappare la salita al campanile di San Giovanni Battista: vista mozzafiato, e discese attraverso una particolarissima “veste” rococò.
A Cefalù, il protagonista senza rivali è stato per tutti i fine settimana il misterioso lavatoio medievale che chiude aggiungendo altri 600 ingressi, e guadagnando assolutamente la palma di più visitato dopo i luoghi di Palermo. che accede a questo luogo colmo di memoria. Molto apprezzato il walking tour che dall’antica Giudecca ha camminato sul Molo Vecchio riscoprendo le location di Nuovo Cinema Paradiso.
A Carini nessun antagonista per il castello La Grua Talamanca: la storia della baronessa uccisa dal padre tra queste mura ha sempre affascinato e continuerà a farlo. Hanno riscosso un grande interesse anche la catacomba paleocristiana di Villagrazia e l’esperienza di ascolto di un pezzo unico come l’organo “bandistici” di Francesco La Grassa, nella chiesa di san Vincenzo.