L’istituto Crispi di Ribera ha vinto il contest “Violenza e migrazione”: la classe II del liceo economico sociale dell’istituto ha vinto il contest promosso dalla cooperativa sociale Badia Grande nell’ambito del progetto “Don’t touch” contro la violenza sui minori stranieri.
Agli istituti superiori partecipanti al contest era stato richiesto di proporre il nome e realizzare graficamente il logo dell’App antiviolenza e del portale web multilingue dedicato al progetto. La premiazione delle scuole vincitrici si è svolta sul palco della 25° edizione cous cous fest di San Vito Lo Capo che vede, quest’anno, il progetto “Don’t touch” tra gli ospiti istituzionali.
Il primo premio, una targa ricordo, è stato ritirato dalla professoressa Pasqua Gentile insieme a tutta la classe. Le alunne della II LES, con l’ausilio degli insegnanti, hanno realizzato un logo intitolato “Prendimi per mano”. “Partendo da tre arole fondamentali, quali accogliere, proteggere e accompagnare – ha spiegato la professoressa Gentile – sono state riprodotte graficamente due mani, quella di un adulto e quella di un bambino e il tetto di una casa a significare l’importanza di far sentire al sicuro i minori che devono essere accompagnati nella loro crescita da una figura adulta, in un ambiente sano e protetto”.
Seconda classificata è stata la classe IV H del liceo scientifico Ruggieri di Marsala con il logo “Lontani ma vicini”. La targa ricordo è stata ritirata dalla professoressa Grazia Perricone e dall’alunna Giada Pipitone. “E’ stato un percorso interessante e stimolante che ci ha fatto riflettere sulle disuguaglianze e sulle marginalità e studiare le politiche dell’unione europea sui migranti – ha spiegato la docente – l’immigrazione va considerata come una risorsa, non come un problema. Sensibilizzare i giovani a questi temi è fondamentale perché sono loro il veicolo per una nuova cultura, per un’integrazione efficace tra persone di culture diverse”.
Terzo posto per gli alunni della II G dell’istituto superiore Odierna di Palma di Montechiaro. Il premio è stato ritirato dall professoressa Giulia Maria D’Amico e dall’alunna Zaira Scalano. La classe ha realizzato un fiore di loto stilizzato con all’interno parole che richiamano all’accoglienza: C.A.R.E. (prendersi cura), anagramma di cultura, accoglienza e reciprocità.
“E’ stato un bel momento di integrazione vedere i beneficiari delle nostre strutture di accoglienza sedere assieme a tanti studenti italiani – ha detto Nicola Sequenzia, project manager del progetto Don’t touch” – Le scuole, in questi mesi, hanno fatto un percorso di studi che ha permesso agli alunni di comprendere meglio il fenomeno dell’immigrazione e della violenza, fisica e psicologica, che talvolta si cela dietro ad una giovane vita, di mettersi insomma nei panni dell’altro. Grazie a questo percorso¸sono riusciti a tradurre in un’immagine e in un nome tutto quello che è il significato di Don’t touch. Voglio sottolineare – ha aggiunto Sequenzia – che utilizzeremo il logo della classe vincitrice, ma all’interno dell’App e del portale multilingue saranno ospitati tutti gli altri lavori arrivati secondi e terzi, perché per noi non c’è un vincitore, ma tutte le scuole sono vincitrici”.
Il progetto “Don’t Touch”, finanziato dal F.A.M.I. 2014-2020, è promosso dalla cooperativa sociale Badia Grande, che da 15 anni si occupa di accoglienza degli immigrati, e realizzato in partenariato con l’Asp di Trapani ed il Consorzio Universitario UNISOM.
Durante il Cous Cous Fest sono stati illustrati i primi 18 mesi di attività svolta nelle province di Trapani, Palermo e Agrigento: l’apertura degli sportelli antiviolenza ed il servizio di mediazione culturale; i laboratori svolti nei centri di accoglienza per minori in sinergia con gli Enti sociali territoriali, il corso di alta formazione che ha permesso a 250 operatori di Enti pubblici e privati che si occupano a vario titolo di utenza straniera di uniformare procedure e linguaggi e qualificare le competenze per garantire un intervento tempestivo a chi ne ha bisogno; la rete territoriale tra 70 Enti pubblici e soggetti privati per attivare modalità di intervento comuni. Inoltre i professionisti che operano all’interno di “Dont’t touch, assieme all’Asp di Trapani, all’Università di Palermo e alla professoressa Annamaria Fantauzzi dell’Università di Torino, stanno definendo una Procedura Operativa Standard per l’emersione e la presa in carico di vittime o potenziali vittime di violenza.
Nel corso dei primi 18 mesi del progetto sono stati presi in carico circa 145 minori ed individuati 25 casi di violenza coinvolgendo immediatamente le Istituzioni territoriali, Asp e Neuro Psichiatria, per una presa in carico veloce delle vittime.