Dovrà scontare una pena di 11 anni di reclusione per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti del tipo cocaina e marijuana. Agenti della polizia di Stato a Catania hanno arrestato Antonina Musumeci, pregiudicata, classe 1965, ricercata, destinataria di ordine di esecuzione per la carcerazione. Nei suoi confronti era stato emesso un ordine di carcerazione il 29 aprile del 2022 dalla corte d’appello di Catania.
Il provvedimento è stato irrogato ad esito del processo scaturito dalle indagini coordinate dalla DDA ed eseguite dalla squadra mobile di Catania, nei confronti della compagine criminale dei Cappello-Bonaccorsi organizzata e promossa da Andrea Cambria che, il 17 marzo del 2016, era stato arrestato nell’ambito dell’operazione denominata “Family”.
All’indomani della sentenza definitiva di condanna a suo carico, Antonina Musumeci faceva perdere le proprie tracce, rendendosi irreperibile. Le successive indagini della squdra mobile hanno permesso di catturare la latitante il 9 giugno nel rione San Cristoforo all’interno dell’abitazione di un familiare. Dopo le formalità di rito la donna è stata condotta nel carcere Pagliarelli di Palermo dove resterà a disposizione dell’Autorità giudiziaria.
Catania: tossicodipendente in fuga a 180 Km/h sperona due pattuglie
Un giovane tossicodipendente è stato in fuga per 60 Km ad oltre 180 Km/h e ha speronato due pattuglie fuggendo a piedi. L’uomo è stato rintracciato e denunciato dagli agenti della polizia stradale Sicilia orientale.
Intorno alle 4 del mattino, una pattuglia della locale sezione di polizia stradale in servizio di vigilanza lungo la tangenziale, giunta nei pressi dello svincolo di Gravina di Catania, ha notato il procedere a zig zag di una Alfa Romeo 147 con il solo conducente a bordo.
Considerato l’orario di profonda notte e, fortunatamente, la quasi totale assenza di traffico, l’andatura anomala dell’autovettura non poteva non destare sospetti agli occhi degli agenti che, dopo averla affiancata, hanno intimato l’Alt al guidatore per verificarne lo stato di salute e se necessitasse di aiuto. L’uomo ha bruscamente accelerato l’andatura dandosi ad una vera e propria fuga, incurante dei segnali di emergenza acustici e luminosi azionati dalla pattuglia.
Nel giro di pochi secondi percorsi a velocità sempre crescente, l’auto ha raggiunto la barriera dei caselli di San Gregorio, impegnando la corsia riservata al transito automatizzato e imboccando la A18 in direzione di Messina. Intanto gli agenti avevano già comunicato via radio l’inseguimento in corso.
La centrale operativa compartimentale ha prontamente allertato quelle di vigilanza lungo la A18, le quali si sono predisposte per cercare di bloccare in sicurezza la fuga dell’auto. È stato predisposto un posto di blocco all’altezza dell’uscita per Giardini. Le pattuglie hanno atteso per pochi minuti l’arrivo dell’auto in fuga, che procedeva ad oltre 180 Km/h e che comunque veniva costantemente tallonata dalla pattuglia inseguitrice.
Allo sbarramento predisposto, l’ulteriore colpo di scena: vistasi preclusa qualsiasi possibilità, il conducente dell’auto ha rallentato fingendo di fermarsi, per poi invece forzare il blocco speronando due auto della Polstrada. Nonostante i danni riportati anche alla sua auto, il fuggitivo ha proseguito la fuga per alcune centinaia di metri fino ad azzardare una pericolosissima manovra di inversione di marcia attraverso un by-pass autostradale, nell’estremo tentativo di ritornare verso Catania. Un tentativo riuscito solo in parte, a causa dei danni riportati nella collisione, l’Alfa Romeo ha terminato la sua corsa dopo poche decine di metri.
Il conducente, non soddisfatto, ha abbandonato l’auto dandosi ad ulteriore fuga dal versante Est dell’autostrada, attraversando a piedi entrambe le carreggiate rischiando di farsi investire dai veicoli in transito in ogni direzione di marcia dell’autostrada, per scavalcare il guard-rail e nascondersi nella vegetazione.
Ne è scaturita una caccia all’uomo, inizialmente localizzato nella sua fuga tra i rovi, ma nonostante ciò è riuscito comunque a far perdere le proprie tracce, favorito dall’oscurità. L’auto non è risultata rubata ed era intestata ad una donna residente ad Acireale, il cui figlio trentenne, che nel passato aveva avuto problemi di tossicodipendenza, è stato riconosciuto in foto dagli agenti che lo avevano inseguito.
Le serrate ricerche effettuate nelle ore successive anche presso la sua abitazione lo hanno indotto a costituirsi presso gli uffici della stradale dove si è proceduto nei suoi confronti alla denuncia in stato di libertà per i reati di resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato. Si è proceduto al sequestro dell’auto per mancanza di copertura assicurativa e al ritiro della patente per le gravi violazioni al codice della strada. Il giovane è risultato positivo alla cocaina, per cui dovrà rispondere anche dell’ulterio reato di guida in stato di alterazione psicofisica, provocata dall’assunzione di sostanze stupefacenti.