Trapani il 20 maggio alle 18.00 sarà teatro della tavola rotonda sulla presentazione de “L’isola furba – indicazioni e controindicazioni sulla Sicilia” di Fabrizio Fonte.
L’evento culturale si inserisce nella rassegna letteraria organizzata dall’associazione antiracket ed antiusura di Trapani, dal titolo “Letteratura e mafia”. Il programma prevede tutta una serie di incontri con giornalisti e scrittori che hanno trattato, nei loro ultimi libri, i temi della mafia, delle stragi del 1992 e, più in generale, della lotta per l’affermazione della cultura della legalità.
“L’isola furba” di Fabrizio Fonte affronta, infatti, nella sua approfondita analisi anche il tema dell’asfissiante e nefasta presenza, nei gangli della società siciliana, dei cosiddetti centri decisionali del potere. Un’inquietante presenza che ha frenato pesantemente il normale sviluppo dell’isola e che ne condiziona, ancora oggi, le prospettive future che andrebbero sostenute a partire, ad esempio, dal potenziamento delle infrastrutture esistenti o di nuova realizzazione, si veda il comparto delle energie rinnovabili o dal miglioramento dei servizi al cittadino, ma anche dalla valorizzazione dei punti di forza già presenti sul territorio, con riferimento ai poli produttivi d’eccellenza fino al ricchissimo patrimonio storico-culturale e paesaggistico-naturale.
Resta il rammarico che attorno a queste potenzialità non si sia, almeno fino ad oggi, efficacemente operato per elaborare delle soddisfacenti condizioni, sul piano sociale ed economico, di sviluppo. Non a caso la Sicilia è l’ultima regione del Mezzogiorno per tasso di crescita e la penultima per il PIL pro capite. Tutte queste considerazioni hanno posto in essere un interessante dibattito attorno al volume “L’isola furba” che dalla sua uscita è stato nel frattempo recensito da numerose testate giornalistiche. L’impellente necessità di puntare, infatti, sul merito e sulle competenze, piuttosto che su di una presunta furbizia, non è passata inosservata a quella parte dell’opinione pubblica che auspica, attraverso un’ineludibile rivoluzione culturale, un risveglio, a partire dalle nuove generazioni, delle coscienze dei siciliani.