Confiscati beni relativi al patrimonio di due soggetti, indagati per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla raccolta di scommesse clandestine, al riciclaggio, truffa nei confronti dello Stato e all’evasione fiscale, con l’aggravante del reato transnazionale.
Si tratta del primo esito processuale di una complessa attività di indagine, svolta dal nucleo PEF della guardia di finanza di Catania e dallo Scico, che ha portato ad un’ordinanza eseguita a marzo del 2021 nel territorio nazionale (Sicilia, Emilia Romagna e Puglia) ed europeo (Germania, Polonia e Malta) con cui il Gip ha disposto le misure cautelari nei confronti di 23 soggetti tutti indagati, a vario titolo, per esercizio abusivo di gioco e scommesse, evasione fiscale, truffa aggravata, autoriciclaggio, condotte aggravate dalla finalità di favorire gli interessi dell’associazione di tipo mafioso “Santapaola-Ercolano”.
Le indagini svolte dalle unità specializzate antiriciclaggio e dal Gico della finanza di Catania, hanno tratto origine dall’approfondimento di una segnalazione di operazione sospetta e hanno riguardato un sistema che sarebbe stato finalizzato all’illecita raccolta e gestione delle scommesse sportive online, oltre che delle attività volte al riciclaggio dei relativi proventi.
È stato evidenziato dalle indagini che gli indagati avevano ideato su internet un’apposita piattaforma di gioco, non autorizzata ad operare in Italia, attribuendone la proprietà ad una società di Malta. Le successive verifiche fiscali, sempre svolte dal nucleo PEF della guardia di finanza, hanno delineato l’esistenza di una stabile organizzazione della società maltese in Italia che, nel periodo dal 2013 al 2016, ha conseguito ricavi non dichiarati per 570 milioni di euro e ha omesso la dichiarazione dell’imposta sulle scommesse per un importo di circa 30 milioni di euro.
Le indagini hanno permesso di evidenziare che sarebbe stata organizzata, sempre a cura dell’associazione criminale, l’illecita raccolta di scommesse da banco sull’intero territorio nazionale, attraverso una rete di agenzie, collegate alla piattaforma di gioco. Al riguardo è stato accertato che solo una parte minimale delle scommesse avveniva online, mentre la maggior parte delle puntate sarebbe stata effettuata in presenza e pagata in contanti.
Gli importi delle scommes e i proventi dell’evasione sarebbero affluiti nei conti della società maltese e sarebbero stati ulteriormente riciclati nell’acquisto di terreni, fabbricati, società in Italia e Germania. Il tribunale di Catania, accogliendo la prospettazione della procura distrettuale della repubblica, ha definito la posizione di due indagati e ha condannato i due per i reati contestati, applicando la pena su richiesta delle parti; disposto la confisca del profitto dei reati per cui si è proceduto per un importo complessivo pari a 160 milioni di euro.