“Note della Memoria in Jazz” è un evento sulla Brass WebTv che la Fondazione the Brass Group dedica alla memoria ed alle vittime dell’Olocausto con parole e musica per la Giornata della Memoria. Così le “Luci della ribalta” spente durante il lockdown del 2020/2021, quando i teatri di produzione s’inventarono gli spettacoli in streaming, il Brass intende ricordare “Le note della memoria” sulla Brass WebTV. Con la pandemia in corso e la divisione dell’Italia in regioni di diverso colore, è molto complesso organizzare gli eventi in presenza, ma per ricordare ed unirci alle altre iniziative nazionali, il Brass vuole ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione nazi-fascista del popolo ebreo, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
In particolare, il 27 gennaio, si potranno ascoltare libere interpretazioni dei brani che alcuni musicisti, internati nei campi di sterminio nazisti, Auschwitz e Birkenau, composero prima di finire le loro tragiche vite nelle camere a gas. La musica è tutto ciò che restava ad alcuni musicisti prigionieri nei campi di concentramento, ed è spesso tutto ciò che ci rimane di loro. Sul palco del Real teatro Santa Cecilia, sono reinterpretate in chiave jazz alcune di queste musiche per ricordarci che l’arte sopravvive alla volontà di annientamento e che si può creare bellezza anche nella più disumana delle prigionie.
Il concerto sulla Brass Webtv vede il contributo di brani riscritti e arrangiati in jazz dai Maestri del Brass, Vito Giordano, Domenico Riina e Ninni Pedone ed interpretati dai solisti dell’Orchestra Jazz Siciliana. Il programma racchiude diversi brani tra cui l’esecuzione di “Qui in questa terra” con gli arrangiamenti del Maestro Antonino Pedone. La Canzone è stata scritta dalle donne ebree italiane detenute nel campo di Auschwitz nel blocco femminile di Birkenau. Si conoscono due versioni, una di queste è tramandata dalla cantante livornese Frida Misul. Le parole furono adattate ad una melodia già esistente composta da Cohen (1888), una melodia così amata che poi diventerà 60 anni dopo l’inno ufficiale del nascente stato d’Israele.
Alla fine del canto c’è una supplica a Dio in cui si chiede di poter tornare tutti insieme il giorno del Yom Kippur (ricorrenza religiosa ebraica che celebra il giorno dell’Espiazione). In qualche modo fu profetica questa canzone, perché dei 1094 ebrei rastrellati dal ghetto romano il 16 ottobre 1943, solo 16 sopravvissero. Questi 16 riuscirono a tornare a Roma nel 1945 proprio il giorno del Yom Kippur e tra loro c’era anche l’unica donna superstite: Settimia Spizzichino, che conservava gelosamente dentro il proprio cuore quelle tanto amate e sofferte parole. L’organico per questa esecuzione è composto da Riccardo Randisi (piano), Giuseppe Costa (contrabbasso), Paolo Vicari (percussioni), Vito Giordano (Flicorno) e Carmen Avellone (Voce). Il programma continua con il brano “Ich wandre durch Theresienstadt” con gli arrangiamenti del Maestro Domenico Riina. La canzone è stata scritta da Ilse Weber, deportata a Theresienstadt e poi ad Auschwitz, dove fu uccisa nel 1944. Il marito Willy prima di essere trasferito seppellisce gli scritti, gli spartiti e le opere scritte dalla sua Ilse sotto terra vicino alla capanna degli attrezzi, sperando che dopo la guerra qualcuno li potrà ritrovare.
Non s’immagina, in quel momento, che sarà lui stesso alla fine della guerra a tornare al campo e diseppellire le più di sessanta opere scritte dalla sua amata Ilse. Il brano è interpretato da Lucia Garsia con il testo in originale in lingua tedesca arrangiato per trio, con Riccardo Randisi al piano, Giuseppe Costa al contrabbasso, Giovanni Mattaliano al clarinetto. Componimento vocale, tipicamente tedesco, con testo strofico, nel quale tutte le strofe sono cantate sulla medesima melodia, vede fluire le linee melodiche del clarinetto in contrappunto al canto, creando un’interazione tra esse.
Le armonie solo in alcuni casi sono state elaborate. Segue il brano strumentale Yiddishe Lieder con adattamento musicale per clarinetto piano e contrabasso dal Maestro Riina con l’organico Pietro Adragna, fisarmonica, Giuseppe Costa, contrabbasso, Giovanni Mattaliano, clarinetto. Altro intervento musicale riarrangiato dal Maestro Vito Giordano, vede due brevi frammenti musicali. Il primo “ Der Abend” è una poesia in musica scritta da Selma Meerbaum Eisinger, una giovane poetessa deportata nel campo di lavoro tedesco di Michailowska, dove morì in breve tempo. In questa proposizione musicale l’arrangiamento prevede la sola presenza del piano e della voce al fine di lasciare integra la carica struggente del testo e lasciarne fluire la rarefatta bellezza melodica. Il brano sarà cantato da Carmen Avellone in lingua tedesca originale, accompagnato al piano da Riccardo Randisi. Il secondo frammento, Romanì dzili, è un canto di David Beigelman, violinista e compositore polacco tzigano deportato ad Auschwitz dove morì nel 1945. Il brano che è costruito su una ballata polacca, presenta una ripetitiva linea melodica allegra e speranzosa ma intrisa di malinconia.
L’arrangiamento cerca di sottolinearne gli aspetti festosi e riflessivi nel contempo ed è elaborato nello stile del Dixieland di New Orleans per la formazione tipica dello stile: Tromba (V. Giordano), Clarinetto (Giovanni Mattaliano), Piano (Riccardo Randisi), Contrabbasso (Giuseppe Costa) e strumenti a percussione ( Paolo Vicari). Durante l’evento, viene letta la poesia di Primo Levi “Se questo è un Uomo” dalla giovane allieva della Scuola Popolare di Musica del Brass, Eleonora Pampillonia con riflessioni sulla tematica del giornalista Gigi Razete. L’evento “ Note della Memoria in Jazz” è un momento in musica, un momento in ricordo … per non dimenticare. Ed il Brass non è nuovo a realizzare delle proprie produzione dedicate al sociale come la giornata di celebrazione dedicata alla memoria degli eroi uccisi per mano mafiosa come il Premio Mario Francese, così con il Premio dedicato a Don Pino Puglisi o il giorno della nascita del magistrato Paolo Borsellino in cui ogni hanno è stata organizzata una performance in sua memoria, ed ancora lo spettacolo Siamo a Mare che ricorda le tappe e le vittime della mafia e degli immigrati morti in mare con la speranza di trovare un mondo migliore oltre i confini della propria terra.