In questi giorni di inizio anno a Messina è dibattito sulla gestione pubblica dei servizi resi da MSBC e MSC. Sull’argomento è intervenuto anche il segretario generale della Fp Cgil, Francesco Fucile.
Fucile intende chiarire come il mantenimento della gestione pubblica dei servizi essenziali quali, servizi sociali (unico verbale che salva Messina abbia sottoscritto) e raccolta rifiuti, costituisce un punto che non può essere messo in dubbio, per le molteplici ricadute positive che ciò determina, sia sul fronte della qualità delle prestazioni rese, sia su quello delle politiche occupazionali.
“In entrambi i casi – afferma il segretario Fucile – si parla di aziende che hanno assorbito un elevato numero di dipendenti e come Fp Cgil auspichiamo che per quelli a tempo determinato possa finalmente prospettarsi un percorso di stabilizzazione e quindi di certezza per il futuro. Per questo obiettivo ci stiamo battendo e continueremo a batterci fin quando il risultato non sarà raggiunto”.
Rispetto ai risultati raggiunti e dunque anche della percezione che i cittadini hanno dei servizi resi “è evidente come, ad esempio nel settore della raccolta rifiuti, sono state toccate significative percentuali di raccolta differenziata che hanno consentito di rispettare gli obiettivi di legge e anche di raggiungere un discreto livello complessivo di risultati, nonostante l’inciviltà di molti e con grande sacrificio dei lavoratori impegnati”.
Sul fronte dei servizi sociali, sebbene siano ancora tante le questioni da chiarire ed affrontare in termini di gestione pratica dei servizi e, soprattutto, di organizzazione del lavoro, la creazione di un’azienda speciale come la Messina social city, ha consentito di mettere fine a quel meccanismo spesso, purtroppo, distorto, tra il sistema politico e il sistema cooperativistico che negli anni ha creato enormi difficoltà sia in termini di occupazione, sia in termini di qualità dei servizi resi. Ciò non significa – conclude Fucile – anche alla luce dei contenuti della riforma del terzo settore, che pone al centro i meccanismi della co-progettazione e co-programmazione tra pubblica amministrazione ed enti del terzo settore, che non possa generarsi un meccanismo fruttuoso che consenta un ulteriore miglioramento dei servizi, diversificando l’offerta e rispondendo anche ai contenuti del nuovo piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2021-2023”.