È stata strage a Ravanusa, nell’agrigentino, dove una fuga di gas ha distrutto 4 palazzine e ne ha devastate altre 4. Il bilancio delle vittime sale a sette. Sarebbe anche stata localizzata l’area dove probabilmente si trovano i due dispersi: un uomo di 70 anni e il figlio di 30 anni, sepolti sotto le macerie.
Sembra che cinque giorni prima della terribile esplosione ci sia stato un intervento di manutenzione ordinaria sull’impianto della rete di metano che non aveva evidenziato alcuna criticità. Lo hanno accertato i carabinieri che ora dovranno acquisire il verbale d’intervento per verificare chi abbia materialmente eseguito il collado e se questo sia stato fatto a regola d’arte.
A perdere la vita nella tragedia sono stati: Selene Pagliarello, infermiera incinta al nono mese che avrebbe dovuto partorire fra pochi giorni; quello del marito Giuseppe Carmina e del suocero Angelo Carmina. Il quarto corpo è quello di Carmela Scibetta, la moglie di Pietro Carmina, il cui corpo era stato recuperato ieri assieme a quello di Enza Zagarrio, la moglie di Angelo Carmina e di Gioacchina Calogera Minacori. La donna è la moglie di Calogero Carmina e madre di Giuseppe Carmina. I due sono gli ultimi dispersi e i vigili del fuoco li stanno ancora cercando.
I quattro corpi trovati questa mattina si trovavano tutti nello stesso punto: in quello che era il terzo piano del palazzo di quattro crollato in seguito all’esplosione. I vigili del fuoco li hanno individuati sotto una montagna di calcinacci, pezzi di cemento e tondini di ferro. Gli unici sopravvissuti all’esplosione sono Giuseppina Montana e Rosa Carmina, entrambe estratte vive dalle macerie nella tarda serata di sabato.
Le operazioni di ricerca continueranno fin quando non saranno trovati tutti i corpi, poi verranno rimosse le macerie fino ad individuare il punto in cui c’è stata la rottura della tubatura che ha provocato la strage.
Palermo: sette arresti per usura ed estorsione aggravate
I carabinieri del Ros insieme ai colleghi del comando provinciale di Palermo hanno arrestato sette persone accusate di usura ed estorsione aggravate dal metodo mafioso. Le indagini sono state coordinate dalla Dda di Palermo e riguardano appartamenti al mandamento mafioso palermitano di Villagrazia Santa Maria di Gesù e alla famiglia di Monreale.
Le indagini sull’operazione denominata Breccia erano partite dalla denuncia di un imprenditore che ha dichiarato ai carabinieri del Ros di essere caduto in mano agli usurai dal 2011. Questa inchiesta è partita dall’operazione Brasca del 2016 con la quale erano state indagate 62 persone accusate di associazione di tipo mafioso, estorsione, illecita detenzione di armi, ricettazione, danneggiamento, incendio e fittizia intestazione di beni, aggravati dalle finalità mafiose.
Alcuni fra gli arrestati di oggi sono stati condannati in appello con l’accusa di appartenere all’associazione mafiosa. Nel corso di questa nuova operazione sono in corso numerose perquisizioni. Nell’operazione condotta dai carabinieri di Palermo sono stati arrestati i palermitani Francesco Di Marco, 37 anni; Santi Pullarà, 42 anni; Marco Neri, 47 anni; Salvatore Fileccia, 57 anni e Gioacchino Meli, 50 anni .Ai domiciliari sono finiti: Alfredo Giordano, 60 anni e Carmelo La Ciura, 76 anni di Monreale. Nell’indagine era coinvolto anche Gaetano Di Marco di 71 anni che, nel frattempo, è morto.