Sant’Agata di Militello (Me): Eugenio Di Francesco eletto vice coordinatore vicario regionale della rete per la legalità
Sabato 20 novembre l’assemblea regionale delle associazioni antiracket e anti usura di “Rete per la legalità” ha eletto Eugenio Di Francesco vice coordinatore vicario regionale. La rete sta crescendo sempre di più con nuove associazioni e nuove adesioni. Nel corso dell’incontro all’unanimità, alla presenza del vice presidente nazionale Giuseppe Scandurra, è stato eletto Di Francesco.
“La nomina di Di Francesco è il segno di rinnovamento all’interno di rete per la legalità – dichiara Scandurra – un giovane che da anni si impegna sul territorio accompagnando numerose vittime alla denuncia soprattutto nella provincia agrigentina. Proprio i giovani – prosegue Scandurra – debbono essere la nuova forza e il nuovo stimolo per continuare a scuotere le coscienze e favorire la denuncia contro i fenomeni dell’usura e del racket”.
Nel corso dell’assemblea sono entrati a far parte del coordinamento regionale Renata Accardi, Caterina Galati Rando e Marco Conti Gallenti, oltre all’imprenditore di Canicattì, Daniele Diego.
Il coordinamento regionale di Rete per la legalità Sicilia è composto da: Giuseppe Foti, coordinatore regionale; Eugenio Di Francesco, coordinatore vicario; Fausto Amato, Mauro Magnano, Matteo Pezzino, Salvatore Cernigliano, Giuseppe Scandurra e Antonino Tilotta. Nel suo primo intervento dopo l’elezione, Di Francesco ha sottolineato l’importanza e il ruolo delle associazioni antiracket e antiusura nel territorio.
“E’ fondamentale – afferma Di Francesco – che ognuno diventi protagonista attivo nella vita quotidiana, contribuendo ad accrescere dialogo e confronto con le parti sane del territorio. In un momento di crisi, dettata dalla pandemia e non solo la mafia, continua purtroppo ad essere ostacolo per la crescita economica di imprenditori che molto spesso per paura cadono nelle braccia sbagliate della criminalità organizzata. Oggi più che mai dobbiamo dunque essere sentinelle nei nostri territori, collaboratori credibili con forze dell’ordine, persone che debbono tendere la mano a chi oggi è vittima di un sistema mafioso criminale. La forza di un’associazione – conclude Di Francesco – si misura nel trasmettere che lo Stato c’è ed è pronto ad aiutare chi è oppresso dai condizionamenti malavitosi. Che denunciare conviene, che chi decide di stare dalla parte dello Stato sceglie la strada di libertà e legalità”.