Giardini Naxos (Me): si presenta “Bonjour Casimiro” di Alberto Samonà

Sarà presentato sabato 20 novembre “Bonjour Casimiro”, il nuovo libro di Alberto Samonà, nel salotto letterario del Bistrot del lido di Naxos nel messinese. Appuntamento sabato alle 17.30.

A conversare con l’autore saranno: Dario Tomasello, del Cospecs dell’università di Messina e Fulvia Toscano, direttore del festival Naxoslegge. L’ingresso è libero.

Sullo sfondo della vicenda narrata si colloca la storia di una famiglia straordinaria, quella dei baroni di Calanovella, in particolare dei tre fratelli Piccolo: Lucio, Agata Giovanna e Casimiro, la cui vita si declinò dentro lo spazio reale e onirico al contempo della villa di Capo d’Orlando, eletta a luogo dell’anima della madre, Teresa Mastrogiovanni Tasca, la cui presenza domina incontrastata, in vita e dopo, come vero genius loci.

È il mondo dell’eterno femminino che, in realtà, accanto a Giulio, protagonista involontario della storia, è assunto come implicito punto di riferimento, definendosi sempre più come archetipo ispiratore, cosa che il lettore scoprirà, seguendo le avventure reali e immaginali del protagonista, i suoi incontri con donne straordinarie che lo metteranno a parte della possibilità di accedere a mondi altri. È in tal senso che il libro di Samonà è un “bildings Roman” o, ancora meglio, una vera e propria storia di iniziazioni, di passaggi, di soglie che, come la soglia del giardino dei Piccolo, voluto e curato da Agata Giovanna, consente catabasi e risalite, apocalissi e palingenesi.

In un serrato ed elegante gioco di rimandi, il volume si rivela, oltre che un romanzo, una galleria di storie nelle storie dal taglio quasi saggistico, come quelle dei tanti personaggi che popolano la vita della villa, poi divenuta fondazione per volontà di un drappello di illuminati con in testa il barone Casimiro. Sfilano così davanti agli occhi dei lettori, accanto ai membri dell’aristocratica famiglia palermitana, scrittori, artisti, giornalisti che, al pari delle presenze arcane dei mondi sottili con cui Casimiro si intrattiene, vivono come una condizione liminare tra spazio e tempo e tra il tempo orizzontale dei fenomeni e il tempo senza tempo di cui, solo a pochi, è dato conoscere la consistenza. Non deve sorprenderci la frase posta in esergo, del maestro dello Schivanismo tantrico del Kashmir, Abinavagupta, con parole che sulla soglia del libro sono un invito al viaggio, monito per una nuova ricerca del sé, aspirazione ad una rinata coscienza. Un invito sapienziale che, se bene letto e interpretato, ci fornisce il giusto modo per leggere questo romanzo che vuole essere ed è molto più di un romanzo.

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