Sono dodici i soggetti accusati, a vario titolo, dei delitti di associazione per delinquere di stampo mafioso, associazione per delinquere con l’aggravante di aver favorito un clan mafioso finalizzata alle truffe aggravate ai danni dello Stato e ai falsi ideologici, truffe e falsi. L’operazione è stata denominata Impero ed è stata condotta dagli agenti della polizia di Adrano, nel catanese, alle prime ore della giornata.
Il provvedimento è stato applicato a carico di Pietro Lazzaro, Vito Di Stefano e Angelo Tomaselli, indiziati di essere associati al clan mafioso Santangelo-Taccuni, operante prevalentemente nel territorio di Adrano e costituente un’articolazione territoriale del clan Santapaola-Ercolano, nonché di essere capi e promotori dell’associazione per delinquere finalizzata alle truffe aggravate ai danni dell’INPS e ai falsi ideologici.
Inoltre, con la stessa ordinanza, sono state cumulativamente applicate le misure cautelari dell’obbligo di presentazione alla polizia, dell’obbligo di dimora nel territorio del comune di dimora abituale, con ulteriore obbligo di non allontanarsi dalla propria abitazione per alcune ore del giorno a carico di altri nove indagati accusati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di delitti di truffa e falso in danno dell’Inps e dei connessi delitti di truffa e falso.
Le indagini sono state effettuate dal 2018 al 2020. All’esito delle stesse emergeva l’esistenza di un radicato ed organizzato sodalizio stabilmente dedito ad organizzare, mediante falsa documentazione, una serie di truffe ai danni dell’Inps per fare conseguire benefici ed indennità a numerosissimi soggetti che venivano fatti risultare braccianti agricoli. Si facevano risultare falsamente a favore di soggetti compiacenti un numero di giornate lavorative nel settore dell’agricoltura idoneo a far percepire indebitamente le indennità di disoccupazione, nonch di maternità e malattia da parte dell’Inps.
Le indagini hanno permesso di ricostruire l’esistenza di una vera e propria struttura criminale che, attraverso la collaborazione di soggetti che si prestavano ad intestarsi fittiziamente ditte operanti nel settore agricolo, predisponeva e trasmetteva all’Inps le domande per ottenere le indennità di disoccupazione e dei connessi benefici fiscali, previdenziali ed assistenziali, corredate da una serie di false dichiarazioni a favore di compiacenti falsi braccianti agricoli che poi, come da accordi, versavano una quota delle somme ricevute dallo Stato agli stessi organizzatori del sodalizio criminale. Nell’occasione è stato individuato anche un ragioniere, destinatario dell’odierna misura, accusato di controllare e curare la corretta tenuta della falsa documentazione.
Il sistema prevedeva, tramite dei procacciatori appartenenti al sodalizio, l’individuazione dei soggetti da fare risultare quali falsi braccianti agricoli che erano poi tenuti a versare direttamente all’associazione criminale una quota delle indennità che, a vario titolo, ricevevano dallo Stato in proporzione al numero di false giornate lavorative che la consorteria segnava a loro vantaggio. Le indennità versate dall’Inps a soggetti che non ne avrebbero avuto diritto andavno in parte dirottate a vantaggio degli organizzatori del gruppo crimianale che, a loro volta, quali appartenenti al clan mafioso Santangelo-Taccuni ne riversavano parte proprio alla famiglia mafiosa che accresceva così il proprio radicamento territoriale ed acquisiva potere economico, sottraendo alla naturale destinazione di sostegno a soggetti indigenti rilevanti sovvenzioni pubbliche elargite dallo Stato.
Il collaudato sistema criminale consentiva negli anni all’organizzazione mafiosa di introitare enormi capitali illeciti, per un danno allo Stato di centinaia di migliaia di euro, in considerazione del fatto che all’esito dell’attività investigativa sono allo stato indagati per i delitti di truffa aggravata e falso più di 80 falsi braccianti agricoli.