“L’arte della libertà. Tra esecuzione penale esterna e giustizia ripartiva, quali modelli?” è il tema della giornata di studio che coincide con la presentazione del catalogo a cura di Elisa Fulco e Antonio Leone. Appuntamento venerdì 29 ottobre dalle 16.00 alle 19.00 a villa Zito a Palermo.
L’appuntamento sarà l’occasione per parlare di esecuzione penale esterna, messa alla prova, giustizia ripartiva e di nuovi modelli di art care per ripensare le politiche penitenziare, vuole essere una riflessione ispirata dall’esperienza artistica del progetto “L’arte della libertà” condotto tra il 2019 e il 2020 nel carcere Ucciardone di Palermo.
Proprio per rimarcare il valore dell’arte contemporanea che genera inclusione e favorire lo scambio tra il carcere e le istituzioni culturali cittadine, sabato 30 ottobre l’installazione luminosa “Volare per una farfalla non è una scelta”, realizzata durante il progetto dall’artista Loredana Longo in collaborazione con una trentina di persone tra detenuti, operatori socio sanitari, operatori museali e polizia penitenziaria, sarà ufficialmente allestita e resterà in permanenza nella sala dei colloqui dell’Ucciardone.
“L’arte della libertà” è un progetto a cura di Elisa Fulco e Antonio Leone, nato nel 2019 con l’obiettivo di introdurre la pratica artistica e l’arte contemporanea in ambito carcerario, per generare nuove relazioni e creare un racconto inedito per collegare il dentro al fuori. Svoltosi sotto la guida dell’artista Loredana Longo e la supervisione scientifica dello psichiatra Sergio Paderi dell’azienda sanitaria provinciale di Palermo, il progetto è stato accompagnato da lezioni di arte contemporanea e visite guidate nei musei cittadini e nel 2020 ha dato vita alla mostra corale “Quello che rimane” negli spazzi di palazzo Branciforte.
L’obiettivo della giornata di studi a villa Zito è quello di indagare se l’arte e la cultura possano aiutare a superare una visione meramente retributiva della pena, coinvolgendo attivamente i diversi stakeholder e la comunità per tenere insieme bellezza, welfare e giustizia sociale. La giornata sarà aperta dai saluti istituzionali di: Raffaele Bonsignore, presidente fondazione Sicilia; Fabio Giambrone, vicesindaco comune di Palermo; Antonio Balsamo, presidente del tribunale di Palermo; Cinzia Mantegna, assessore alla cittadinanza solidale del comune di Palermo; Luisa Leone, presidentessa del tribunale di sorveglianza di Palermo; Fabio Prestopino, direttore del carcere Ucciardone di Palermo; Clara Pangaro, direttore dell’istituto penale per minorenni con annesso centro di prima accoglienza di Palermo le cuie presenze sottolineano l’importanza di creare relazioni virtuose tra i diversi soggetti istituzionali e civili per aprire il carcere al territorio.
Elisa Fulco e Antonio Leone, curatori del progetto, racconteranno insieme all’artista Loredana Longo e a Sergio Paderi, psichiatria dell’ASP, la metodologia alla pari adottata per generare condivisione all’interno del gruppo misto di lavoro e alleanze tra il carcere e le istituzioni cittadine; la scelta del diario di bordo per restituire il processo artistico in tutte le sue fasi, con l’obiettivo di creare un racconto del carcere esteticamente valido e dal volto umano.
Lucia Castellano (Direttore Generale per l’Esecuzione Penale Esterna e di messa alla prova) presenterà le opportunità delle sanzioni di comunità a livello nazionale e le esperienze di coinvolgimento degli attori del territorio in un percorso di responsabilità condivisa.
Antonio Gelardi (Direttore Esecuzione penale esterna di Catania) presenterà e racconterà alcuni casi virtuosi in cui sono state avviate collaborazioni con gli stakeholder del territorio in ambito culturale. Giuseppe di Chiara (Professore ordinario di Diritto penale processuale del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Palermo) introdurrà il tema della giustizia riparativa in sede penale, riconosciuto anche dalle Nazioni Unite, dal Consiglio d’Europa e dall’Unione Europea, e le possibilità per introdurre pratiche di restorative justice in contesti internazionali, nazionali e locali.
Al termine della giornata si presenterà il documentario “Chiamarsi per nome” (a cura di Elisa Fulco e Antonio Leone, con la regia di Georgia Palazzolo), che racconta un anno di lavoro del progetto attraverso le testimonianze dei detenuti, degli operatori penitenziari e socio-sanitari, dell’artista Loredana Longo, dei curatori e dei sostenitori dell’iniziativa (Fondazione CON IL SUD e Fondazione Sicilia), per rendere comprensibile il modello alla pari generato dall’orizzontalità dei processi artistici.