Tortorici (Me): sequestrati beni ad un componente della famiglia dei batanesi

Beni di proprietà dell’oricense Vincenzo Galati Giordano, attualmente detenuto, sono stati sequestrati dai carabinieri del ROS di Messina. L’uomo, operante a Tortorici e sulla fascia tirrenica della provinca di Messina, appartiene alla famiglia mafiosa dei “batanesi”.

Il provvedimento trae origine dall’indagine denominata Nebrodi che aveva documentato come i “batanesi”, a seguito della disarticolazione della famiglia mafiosa di Barcellona Pozzo di Gotto, avevano esteso il loro controllo sui Nebrodi e fino all’area di Montalbano Elicona, un tempo territorio dei Barcellonesi, insediando una loro cellula nel territorio di CEnturipe, nell’ennese, funzionale alle relazioni con esponenti del clan etneo Cappello. Il gruppo criminale originario di Tortorici era riuscito ad inserirsi in alcune dinamiche criminali anche nelle aree di Regalbuto e Catenanuova dove sono stati censiti rapporti con esponenti della criminalità organizzata locale e catanese.

Le indagini dei carabinieri avevano evidenziato che la consorteria aveva sviluppato rapporti, funzionali agli illeciti scopi associativi, con altre consorterie mafiose a livello provinciale e ultra provinciale.

Tra le varie attività delittuose è emersa un’ampia e collaudata strategia per la commissione di truffe diverse finalizzate alla percezione indebita di rilevanti contributi europei erogati dall’agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA) a sostegno dell’agricoltura e della pastorizia.

Galati Giordano, raggiunto il 15 gennaio del 2020 da custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa nell’ambito dell’operazione Nebrodi, è risultato essere una figura di rilievo nel clan dei Batanesi, tanto da averne retto le fila durante la detenzione di Sebastiano Bontempo, 52 anni, capo del gruppo. L’appartenenza dell’interessato al sodalizio mafioso è sancita anche dalle sentenze definitive relative alle operazioni Mare Nostrum e Montagna.

Sotto sequestro è finita una società agricola utilizzata per l’indebita percezione dei contributi AGEA, un appartamento, un’automobile e 8 rapporti bancari per un valore di oltre 210.000 euro.

Nancy Calanna

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