“Sono felice di essere presente al Sicilia Jazz Festival, con nomi così importanti e con particolare attenzione anche alla musica italiana. Questo è quello che ci vuole per una bella ripartenza dopo un periodo appena trascorso veramente angosciante” Con queste parole Mario Biondi parla del Sicilia Jazz Festival, la manifestazione frutto della collaborazione tra l’Assessorato Regionale del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo, il Comune di Palermo, i Conservatori di Musica del territorio regionale e la Fondazione the Brass Group, ente a partecipazione pubblica (legge 1 febbraio 2006, n. 5).
La particolare esibizione di Mario Biondi al Sicilia Jazz Festival risulta essere tra gli elementi qualificanti che rendono esclusivo il programma di questa prima edizione con prime nazionali. In scena dunque mercoledì 16 settembre alle ore 21.30 al Teatro di Verdura con l’Orchestra Jazz Siciliana che, oltre ai brani orchestrati e arrangiati da Pino Jodice per il progetto su Al Jarreau, proporrà brani appositamente scritti per questo concerto in chiave del tutto originale.
A proposito di Biondi, ascoltando per la prima volta in radio la hit This is what you are nel 2006, probabilmente vi sarete immaginati un robusto cantante afro-americano di mezza età. Invece Mario Biondi, nativo di Catania (città che da sempre ha un rapporto speciale con la musica italiana), aveva allora trentacinque anni e la pelle bianca. A trarre in inganno è la sua straordinaria voce calda e pastosa, affinata in tanti anni di live, che ha reso inevitabili i paragoni con Teddy Pendergrass, Isaac Hayes e Barry White, tre delle più belle voci black di sempre. This is what you are entra a far parte di numerose compilation dance, ma il salto di qualità avviene quando il brano entra nella top ten dei brani più trasmessi da Norman Jay nel suo programma cult in onda sulla BBC Radio.
La canzone fa da traino a Handful of soul, realizzato insieme a The High Five Quintet, cocktail ben riuscito di rhythm & blues, soul, swing e jazz, in cui si alternano brani originali e cover del repertorio soul americano meno inflazionato. Nel 2007 esce I love you more, un doppio cd live con le canzoni di Handful of soul più altre perle come Just the way you are nella versione di Barry White e Close to you di Burt Bacharach. Con quest’ultimo si crea immediatamente un feeling professionale, tanto che il leggendario compositore americano scrive apposta per Biondi Something that was beautiful, una splendida ballad che diventa uno dei pezzi forti di If.
Il disco, pubblicato dalla Tattica Records, vende oltre 200.000 copie, un risultato straordinario se si considera il genere musicale. Biondi è una delle realtà più interessanti del panorama nazionale, basti ascoltare il singolo Be lonely, un tripudio di ritmo e di archi in puro stile Anni Settanta, o la sensuale ballad Ecstasy. Persino Claudio Baglioni in Juke box e Renato Zero in Non smetterei più si avvalgono dell’inconfondibile voce baritonale del crooner siciliano, le cui quotazioni sono in costante ascesa.
L’album della definitiva consacrazione a livello internazionale è Sun del 2013, il primo pubblicato da una major, con il quale il cantante si è imposto anche nel mercato internazionale. Per raggiungere l’obiettivo ha chiamato a raccolta una all star di artisti come Al Jarreau, James Taylor Quartet, Omar, Leon Ware e Chaka Khan. Bluey degli Incognito ha conferito all’album la sua inconfondibile impronta, che si traduce in un sound fresco, pulsante, moderno e al tempo stesso piacevolmente vintage. Beyond del 2015 è una dichiarazione programmatica del desiderio di Mario Biondi di sparigliare le carte e di presentarsi con un nuovo sound. Delle morbide ballad jazz del passato è rimasta la sola All I want is you, scritta con Dee Dee Bridgewater presente anche al Sicilia Jazz Festival. Grande attesa dunque per il crooner siciliano al Sicilia Jazz Festival! Info programma completo www.siciliajazzfestival@live.it, info biglietteria www.bluetickets.it.