Bronte (Ct): uccide la moglie, Filippo Asero va in carcere

i due si stavano separando

È stato condotto in carcere il  brontese Filippo Asero, ritenuto responsabile dell’omicidio della moglie Ada Rotini, 45 anni, avvenuto nella mattina dello scorso 8 settembre in via Boscia a Bronte, centro del catanese.

La donna aveva chiesto da qualche mese la separazione e la mattina dell’omicidio si sarebbero dovuti presentare in comune per la separazione. A muovere la mano dell’uomo sarebbe stata una folle gelosia che ha portato a martoriare il corpo della povera Rotini con almeno 40 coltellate in varie parti.

Lo scorso 8 settembre intorno alle 10.00 del mattino ad accorrere sul luogo del delitto era stato un carabiniere in licenza che camminava a piedi nelle vicinanze e ha sentito delle urla di aiuto. Una volta giunto sul posto ha trovato una scena raccapricciante: un uomo anziano con il braccio sanguinante, a terra il cadavere della donna in una pozza di sangue e una donna, la sorella della vittima, urlante e disperata. Il cadavere della Rotini aveva numerose ferite al collo, al volto e agli arti, inferte con un coltello a serramanico.

Mentre tentava di prestare soccorso, l’assassino usciva in strada dal civico brandendo l’arma del delitto con cui cercava di uccidersi infliggendosi una coltellata all’addome, accasciandosi a terra. L’uomo ha poi roteato il coltello per non fare avvicinare il carabiniere e si è inferto altre due coltellate al ventre. All’arrivo dei medici del 118 è stato constatato il decesso della Rotini ed è stato soccorso sia l’omicida che l’anziano signore di cui la Rotini era badante.

La vittima, precedentemente legata sentimentalmente ad un uomo d Maletto da cui aveva avuto una figlia, che oggi ha 11 anni, l’estate scorsa aveva sposato Asero salvo poi rivolgersi, alla fine del dicembre 2020, ai carabinier per segnalare il desiderio di interrompere la relazione per comportamenti violenti dell’uomo, descritto come autoritario e possessivo. Tuttavia la donna non aveva voluto denunciare il marito, ma si voleva solo preservare da una eventuale denuncia di abbandono del tetto coniugale, avendo deciso di andare a vivere per un poco di tempo dai genitori nel siracusano, insieme alla figlia.

Lo scorso gennaio la donna aveva poi deciso di riappacificarsi con il marito ed era ritornata a vivere con lui a Bronte. Questo fino allo scorso giugno quando ha deciso di lasciarlo definitivamente avviando le formali procedure di separazione da Asero e rientrando dai genitori a Noto.

Dallo scorso settembre era ritornata nel catanese dove aveva iniziato a lavorare come badante a Maletto, dall’anziano che la scorsa mattina è rimasto ferito cercando di aiutare la povera donna. La donna aveva deciso di recarsi nell’abitazione dell’ex marito insieme alla sorella, accompagnata anche dall’anziano datore di lavoro, per ritirare alcuni effetti personali. Questa volta non aveva avuto l’accortezza, però, di avvisare gli inquirenti dei suoi spostamenti.

Asero, apparentemente tranquillo, dopo aver scoperto che l’anziano abitava a Maletto e ritenendo che la donna avesse riallacciato la relazione sentimentale con il padre della figlia, ha perso il controllo e con un coltello a serramanico che teneva in tasca le ha sferrato diversi fendenti dal finestrino. Poi avrebbe preso la donna con la forza trascinandola fuori dall’auto e continuando ad infierire sul suo corpo con il coltello. L’anziano, alla guida dell’auto, nonostante la sua età (90 anni) era andato immediatamente in soccorso della donna, venendo raggiunto da una coltellata al braccio giudicata guaribile in 15 giorni. L’autopsia sul corpo della vittima ha evidenziato la brutale ferocia dell’omicida che ha colpito la donna con almeno 40 coltellate, prima di tentare il suicidio.

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