Beni per un valore di 400 mila euro sono stati sequestrati dalla finanza a Messina che ha anche arrestato una persona e denunciate altre tre per frodi ai danni della UE e della regione siciliana. L’operazione, denominata “fondo agricolo”, ha permesso di scoprire una strutturata frode ai danni del bilancio UE e della regione siciliana, di eseguire un arresto e il sequestro del profitto illecito pari a 180 mila euro.
Le fiamme gialle di Patti, coordinate dal sostituto procuratore Emanuela Scali, hanno eseguito diverse indagini in merito alla realizzazione di un impianto fotovoltaico nel territorio di Montalbano Elicona. In quest’ambito sono emerse responsabilità penali nei confronti dei tre, un imprenditore ed un ingegnere messinesi ed un’imprenditrice di Catania, quest’ultima dimorante ad Enna. Sono indagati a vario titolo per truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti ed autoriciclaggio.
Dall’analisi dei document bancari è emerso che a gestire il tutto attraverso un trust amministrato da una società fiduciaria maltese, era l’ingegnere messinese L.F.S., 44 anni. Tutto questo per permettere all’imprenditore messinese A.A., 40 anni, di evadere l’imposte e di beneficiare di un contributo Agea per la produzione di energie da fonti rinnovabili. È stata accertata l’emissione di fatture fittizie per oltre 130 mila euro, asseritamente per l’acquisto di mateirali e prestazioni d’opera. Le indagini documentali, integrate da ulteriore attività istruttoria, hanno permesso di attribuire un analogo comportamento anche per l’imprenditrice catanese C.M., 81 anni che, con le stesse finalità emetteva nei confronti di A.A. fatture in tutto o in parte false per oltre 70 mila euro, per la compravendita di due mezzi agricoli.
In altri termini, la fittizia documentazione è stata annotata nel computo metrico allegato alla domanda per l’ottenimento del pagamento del contributo presentato dall’imprenditore messinese all’assessorato regionale all’agricoltura della regione siciliana, inducendo in errore i relativi funzionari ottenendo l’ingiusto profitto di circa 180 mila euro sui 237 mila euro di spesa ammessa a finanziamento.
Data la possibilità di reiterazione del reato da parte dell’ingegnere messinese a cui è stata applicata la misura cautelare interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività professionale di ingegnere e l’attività imprenditoriale per un anno. Il gip ha disposto anche il sequestro finalizzato alla confisca dei circa 180 mila euro indebitamente ottenuti. A Patti ,inoltre, è stato sequestrato l’impianto fotovoltaico con annesso biotrituratore, del valore di stimpa pari ad oltre 230 mila euro.