Giovedì prossimo, 12 agosto, al teatro antico di Tindari, nel messinese, la celebrazione di Taberna Mylaensis dopo 45 anni di grandi successi, due album con il plauso internazionale.
Il gruppo riproporrà il repertorio tra il sacro e il profano, l’antico e il moderno che dal 1975 ha infranto la grammatica linguistica e musicale, dando vita e luogo ad un’epoca, quella della musica popolare. Da un’idea di Anna Ricciardi, direttore artistico del Tindari festival, un evento one off, unico ed eccezionale, che lei stessa racconta.
“E’ un viaggio suggestivo nel tempo attraverso canti, preghiere, riti, storie e leggende che sono il substrato identitario. E’ come se questri brani conservassero qualcosa di magico, magnetico, nascosto dentro ognuno di noi e pronto a rivivere. Il mio intento è stato quello di restituire, di riconsegnare, non solo ai vecchi fan ma anche alle nuova generazioni, una storia musicale, figlia della nostra terra, attraverso un concerto nel luogo ove si dice sia nata la poesia bucolica. E’ un intento cristallino, forse folle, ma urgente proprio oggi che la memoria è commuoversi nel sentire un’appartenenza. Memoria è ripartire dalle macerie.”
Ad esibirsi per questo evento una formazione d’eccezione esclusiva per il Tindari Festival, partendo da Alberto Cocuzza che ha aperto la storia musicale della Taberna con quel canto dei carcerati suggestivo e intenso, la sua voce pregnante ha caratterizzato i due album. Luciano Maio, autore e arrangiatore di gran parte delle musiche che incarna in modo sublime grazie al suo modulo di cuntista , il mondo popolare di Buttitta. Tanino Lazzaro, il primo vibrante fisarmonicista della Taberna nonché autore negli anni 80/90, e Fabio Sodano, il flautista incantevole che ha sviluppato la massima espressività popolare del gruppo negli stessi anni. Insieme a loro Salvo Nigro che fece parte della formazione alla fine degli anni settanta, e il giovane Marco Molino.
Il valore storico della Taberna Mylaensis è duplice , la ricerca sul campo di canti appartenenti alla tradizione popolare specie nell’area peloritana e loro rielaborazione creativa. L’annuncio del concerto della Taberna Mylaensis è stato lanciato congiuntamente dai sindaci di Patti e Milazzo, a Palazzo D’Amico, lo scorso 22 luglio, nel corso di una tavola rotonda dal titolo “ Le corde della memoria: la musica popolare siciliana tra ricerca e palcoscenico”. Durante il dibattito, gli interventi del sindaco di Milazzo, Giuseppe Midili, del primo cittadino di Patti, Mauro Aquino, dell’assessore al turismo sport e spettacolo del comune di Patti, Cesare Messina, di Nino Testa in rappresentanza dell’assessorato dei beni culturali e dell’identità siciliana, di Anna Ricciardi e di alcuni tra i musicisti . A presiedere l’incontro, Sergio Bonazinga dell’università di Palermo, che introdurrà il concerto giovedì prossimo al teatro di Tindari.
Il docente universitario ha manifestato a Palazzo D’Amico, il suo compiacimento per l’evento che già si preannuncia vincente e partecipato :” E’ stato un vero piacere dialogare con alcuni tra i musicisti protagonisti del folk music revival siciliano degli anni 70, che hanno ricordato personali esperienze musicali e di vita. Percorsi diversi naturalmente, ma accomunati da elementi costanti, quali l’ammirazione per le musiche internazionali, in particolare il rock e il pop, e per la musica italiana dei cantautori e dei gruppi degli anni sessanta, l’esperienza di ricerca e riproposta della musica popolare operata da Roberto De Simone con la nuova compagnia di canto popolare. L’insieme di questi riferimenti culturali e musicali hanno determinato in tutti, ad un certo momento, una nuova consapevolezza del linguaggio della tradizione popolare musicale, portando ad esiti declinati nella musica.”
Il concerto della Taberna Mylaensis sarà impreziosito da un video curato da Valentina Fleres insieme alle elaborazioni di immagini grafiche di Marco Freni tratte dai repertori fotografici delle collezioni demo- etno -antropologiche del museo della cultura e musica popolare dei peloritani del villaggio Gesso- Messina, per gentile concessione di Mario Sarica, curatore scientifico del museo. Il 12 agosto al teatro di Tindari l’appuntamento con gli appassionati di un genere, che volendo definire è il “genere Taberna”, con un’impronta fortemente popolare impressa dal repertorio, grazie ad una carica musicale rigorosa e appassionata, commovente e fiabesca che regalerà emozioni intense e nostalgiche. Tra melodie antiche, i canti di amori trasognanti, di duro lavoro, di preghiere antiche e vecchie superstizioni, risorgeranno a nuova vita regalando agli spettatori forza e speranza grazie ad una freschezza interpretativa vigorosa e straordinaria.