Giovedì 5 agostoal Cretto di Burri andrà in scena il primo atto di LABORATORIO DANTE – LA NUOVA COMMEDIA, un progetto inedito composto da tre performance installate nel Cretto di Burri, nel 700° anniversario della morte di DanteAlighieri, realizzatograzie al sostegno dell’Assessorato ai Beni Culturali e dell’identità siciliana della Regione Sicilia e la Soprintendenza di Trapani. “PARADISE NOW#GIBELLINA – ATTO DI CONTEMPLAZIONE – Territori del gesto 2021”del danzatore e coreografo Virgilio Sieni(regia e coreografia) aprirà questo inedito e originale omaggio a Dante Alighieri,autore che ha influenzato e continua ad influenzare la letteratura, l’arte e la poesia ancora oggi.Il progetto ispirato all’opera di Danteproseguirà venerdì 6 agosto con “La Vita Nuova”, la prima opera di attribuzione certa di Dante Alighieri, che Sergio Rubini rilegge, racconta, reinterpreta;e sabato 7 agostocon Vinicio Capossela e la sua“Bestiale Comedìa”, un viaggio tra parola e musica nell’opera dantesca (evento SOLD OUT).
Nel pensare al suo spettacolo, a come costruirlo, come legarlo al ricordo di Dante, Virgilio Sieni parte dalla contemplazione del Cretto, un luogo che invita ad un atto di meditazione sulla vita, ma anche su come è possibile tessere un legame con la storia: “qui ogni gesto e suono, ogni abbozzo drammaturgico deve fare i conti con l’inappropriabilità del luogo e degli eventi – spiega Sieni – Una forte commozione ci guida a cantare col gesto la memoria che lega la tragedia alla sospensione, Gibellina al Paradiso. Il Paradiso dantesco ci lascia intravedere gli spostamenti necessari all’uomo per sopravvivere attraverso la pratica dell’amore e dell’amicizia. Così Dante individua nell’andare verso l’altro il gesto della sopravvivenza.”
Paradise now è un progetto che non si ripete di luogo in luogo, ma propone un modo di abitare e far coesistere esperienze diverse tra loro: i cittadini, i danzatori, i musicisti. Il Cretto di Burri accoglierà e guiderà la coreografia pensata per un quintetto di danzatori e una comunità di cittadini che si alterneranno in un dialogo di gesti meditati e respirati: un suolo tracciato da passi intesi come piantumazioni di un giardino immaginario.“La coreografia è costruita per endecasillabi di movimenti dove i versi della danza ritrovano il risuonare della rima da una terzina all’altra– prosegue -. Questo continuo manipolare, accarezzare e pressare lo spazio invisibile intorno ai corpi edifica un continuum di terzine sillabiche del gesto: una maniera umile per porsi nei confronti della loro magnificenza geometrica, matematica e cosmica.I danzatori e i cittadini creano un gioco di vicinanze e di prossimità, stabilendo una nuova forma di contatto, dove il tocco non tange la pelle ma lo spazio auratico dei corpi.