Negli ultimi anni sempre più spesso assistiamo a norme imposte dall’Europa e conseguentemente dal Governo Nazionale che stanno uccidendo il mondo dell’allevamento in Sicilia.
Sempre più spesso queste norme di fatto risultano deleterie alla sopravvivenza stessa delle nostre aziende agricole, che pur con tutta la buona volontà, l’impegno profuso e gli investimenti effettuati, saranno, in questo modo, destinate a soccombere a tutto vantaggio dell’industrializzazione del mondo agricolo che così facendo distruggerà il concetto stesso della territorialità e tipicità dei prodotti agricoli, allevamenti compresi.
Ci siamo sempre vantati di essere la Regione con la più alta tipicità di prodotti nel mondo agricolo e con il più alto numero di specie animali autoctone con caratteristiche uniche al mondo.
Ieri il Sinalp, rappresentato da Andrea Tomarchio e Giacomo Fascetto della Direzione Regionale, ha partecipato all’Assemblea degli allevatori tenutasi a Regalbuto con li rappresentanti delle aziende di allevamento presenti nel territorio.
In questa occasione si è discusso, tra i tantissimi problemi che soffocano il comparto, della incomunicabilità tra i produttori ed il Ministero della Salute in merito alla norma che autorizza i trasferimenti e la commercializzazione del bestiame tra regioni.
Come bene ha illustrato l’Avv. Gabriella Regalbuto, oggi una azienda di allevamento siciliana non può commercializzare i suoi animali ad aziende del nord perchè il Governo Nazionale ha creato una differenziazione tra Regioni “non ufficialmente indenni” e Regioni “ufficialmente indenni” che se teoricamente può avere una sua validità, di fatto e non per colpa degli allevatori, questa differenziazione ha bloccato la commercializzazione dei nostri allevamenti certificando la morte degli allevamenti Siciliani.
Ci rendiamo conto che determinate norme nascono con l’obiettivo di tutelare la salute dei consumatori, ma deve essere capacità politica intuire che gli Enti preposti al rilascio di questa certificazione debbono avere le strutture adeguate in termini di personale ed uffici per poter celermente erogare il servizio. In mancanza, non si tutela più la salute del cittadino, ma si uccide l’azienda che alleva gli animali e con essi si distrugge un intero territorio ed i suoi livelli occupazionali.
Altro problema sollevato dagli allevatori riguarda la mancanza di una profilassi chiara e applicabile a tutti quelli animali che dovessero risultare in qualche modo infetti e quindi potenzialmente pericolosi per la salute dell’uomo.
Da sempre il comparto chiede alle ASP Siciliane una maggiore attenzione ed una maggiore preminenza alle profilassi per curare gli animali e non invece come succede oggi alla drastica soluzione, prevista da una ottusa legge nazionale, che in caso di infezione, anche ad un solo capo, bisogna l’abbattere l’intera mandria.
Questo agire, che sicuramente nasce anche dalla mancanza di personale idoneo e formato, non è certamente risolutivo delle potenziali infezioni ma è certamente la soluzione finale per uccidere l’intero comparto degli allevatori siciliani.
Per tutto quanto discusso durante l’Assemblea degli allevatori di Regalbuto, il Sinalp da tempo propone agli Enti interessati delle soluzioni in grado di risolvere questa discrasia che si è ormai creata tra la realtà e la teoria.
Provvederemo quindi a chiedere un incontro con gli Enti competenti affinchè si porti in evidenza l’enorme malessere che sta distruggendo un’intera categoria produttiva di vitale importanza per il tessuto economico siciliano.