Ci sarà anche la città dell’Aquila a Favara, nell’agrigentino, alla prestigiosa rassegna alla Farm Cultural Park in programma a partire dal 25 giugno. Il Farm Cultural Park è un centro culturale indipendente di nuova generazione con una forte attenzione all’arte contemporanea e all’innovazione, nel cuore del centro storico, nel quartiere denominato “i sette cortili” per la sua conformazione urbana con sette corti, nel tempo rimasto semiabbandonato.
Farm cultural park ha acquisito alcune delle abitazioni all’interno dei sette cortili che sono diventate luogo di esposizione. In queste ci sarà anche la città de L’Aquila a Countless cities, la biennale delle città del mondo alla kermesse, giunta alla sua seconda edizione, che si svolgerà nel centro dell’agrigentino dal 25 giugno e fino al mese di ottobre.
L’Aquila, espressamente invitata da Bartoli, racconterà la sua esperienza di rinascita, accanto a realtà quali San Paolo, Hong Kong, Tangeri, Napoli, Bruxelles, Buenos Aires, Abu Dhabi, Pittsburgh, Caracas, Tirana e tante altre ancora.
“Siamo molto onorati e ringraziamo Andrea Bartoli e la Farm per aver fortemente voluto la nostra partecipazione a questa manifestazione che ci vede protagonisti in un contesto internazionale quale quello della ‘Biennale delle Città del mondo’ – ha dichiarato Salvatore Provenzano, titolare dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dell’Aquila – Grazie alle affinità e agli obiettivi condivisi tra L’Aquila e Favara, attraverso la mediazione di un dispositivo, consentiremo ai visitatori della Biennale di immergersi nella conoscenza virtuale della nostra città e della sua ricostruzione, con l’intento di replicare successivamente la app ‘L’Aquila rinasce’ in città, al fine di scandire i ‘percorsi della ricostruzione’ per lasciare traccia di tutto il lavoro svolto, quando L’Aquila sarà completamente ricostruita. Portare l’esperienza della ricostruzione dell’Aquila fuori dalle mura urbiche e contemporaneamente lasciarsi contaminare da esperienze di rigenerazione urbana di capitali europee e mondiali, è una importante tappa nel processo di crescita dell’ufficio che rappresento e ci permetterà di offrire un contributo rilevante per la rinascita della città e dell’intero territorio”.
“Il modo migliore per superare i momenti complessi – ha dichiarato Andrea Bartoli, direttore artistico di Countless Cities e Founder di Farm – è guardare avanti ed essere pronti per il futuro. Spostare l’asse della ricerca dalla dimensione dello stato a quella delle città significa optare per un approccio più umano, ‘a more human approach’. Significa sposare un’idea della progettazione che dia risposte concrete per migliorare le condizioni di vita delle persone all’interno degli spazi urbani, a tutte le latitudini, seminando sogni, speranze e voglia di fare”.
La prima edizione di Countless Cities si è svolta nel 2019 con il coinvolgimento di fotografi, artisti, architetti e creativi che, con diversi approcci e linguaggi, hanno raccontato non solo le città ma anche le buone pratiche e le idee innovative che hanno contribuito a renderle speciali. La partecipazione dell’Aquila è stata promossa e ideata dal Comune e dall’Ufficio speciale per la ricostruzione, con la collaborazione del Gran Sasso Science Institute, dell’Università dell’Aquila e dell’Accademia di Belle Arti.
La città avrà un proprio padiglione dedicato, ma il percorso per raggiungerlo passerà attraverso altre due postazioni. All’accoglienza, nel cuore di Farm, sarà installata una scultura, riproducente una cicatrice, un segno, che si estende per circa due metri, ideata e realizzata dall’artista aquilana Francesca Falli, cui è abbinata la proiezione di dieci video che, attraverso la viva voce degli aquilani e un videomapping su san Bernardino, realizzato in occasione della notte dei ricercatori dall’Università dell’Aquila, introdurranno all’esperienza aquilana. Il tema della cicatrice/segno è quello che ha accompagnato la filosofia del dossier di candidatura a Capitale italiana della cultura per il 2022 (la cultura lascia il segno): la cicatrice d’oro o d’argento, nell’arte giapponese del kintsugi, è infatti l’elemento che impreziosisce nonostante la rottura, che diventa parte dell’esperienza, elemento fondante delle comunità. Nel cuore di Farm, sui pannelli esplicativi dedicati all’Aquila, attraverso un qr code sarà possibile scaricare l’app “L’Aquila rinasce” che invita a seguire il percorso che guiderà il visitatore, passo dopo passo, in una sorta di game virtuale. Seguendo i totem dislocati lungo il tragitto e i piccoli segni d’oro virtuali, e conquistandoli uno ad uno, si apriranno contenuti video di avvicinamento fino ad arrivare nella sede del padiglione Quid Vicolo Luna.
La sosta intermedia è all’interno di Palazzo Micciché, dove i visitatori conosceranno, attraverso le immagini del video INTERVALLO, dell’artista Fabio Bix, il momento di cesura legato al sisma del 2009. Contestualmente, in un’altra area, sarà collocato un fascio di luce blu, a spiegare la necessità di tenere a memoria la tragedia per riuscire a esprimere una rinascita consapevole.
Il percorso, attraverso l’applicazione per smartphone, condurrà il visitatore al cortile del Quid Vicolo Luna. Qui saranno installate quattro sculture di luce, rappresentanti, rispettivamente, la scritta L’Aquila, una gru, una cicatrice d’oro e la Basilica di Collemaggio. Sempre attraverso l’applicazione, accanto ad ogni illuminazione, sarà possibile visualizzare dei video su l’Aquila. Abbinato alla gru, un video sulla ricostruzione a cura dell’USRA, mentre alla cicatrice sarà associato il video, prodotto in occasione della candidatura a Capitale della cultura, in cui tre studiose del GSSI declamano la poesia che Alda Merini dedicò all’Aquila. In corrispondenza, invece, della Basilica di Collemaggio ci sarà il video racconto della Perdonanza Celestiniana. Al piano superiore del padiglione, i visitatori saranno accolti da sette scatti emblematici del fotografo aquilano Roberto Grillo, lungo un percorso che accompagna dalla fase pre-sisma, passando per il 2009, fino ad oggi. Nella stanza attigua, invece, sarà ospitato il progetto re-Telling, a cura dell’Accademia di Belle Arti: una testa di Minerva declamerà le citazioni di artisti, scrittori e intellettuali che, nel corso della storia, hanno raccontato la città. Durante tutta l’estate il padiglione aquilano sarà animato anche da eventi e ospiti che metteranno a confronto le emergenze e le rinascite di Favara e L’Aquila.