A Modica, nel ragusano, nell’atelier “Casa o vientu” di Andrea Emilio, la pietra prende forma. L’atelier è una casa laboratorio artistico e creativo che si trova sulla sommità di una collina battuta dai venti da cui si gode uno dei più bei panorami di Modica. Qui l’artista crea le sue opere, tra blocchi di pietra e tessere musive.
Alcune di queste possono ammirarsi nel giardino che circonda l’edificio e che funge da esposizione permanente. Altre abbelliscono ville e giardini di tutta la Sicilia. Alcune di queste possono ammirarsi nel giardino che circonda l’edificio e che funge da esposizione permanente. Altre abbelliscono ville e giardini di tutta la Sicilia.
La storia di Andrea Emilio, ragusano, classe 1978, è diversa da quella dei tanti artisti che lasciano la Sicilia per trovare un ambiente più ricco di fermenti culturali e di occasioni lavorative. Dopo il diploma all’istituto tecnico per geometri di Modica e il biennio all’accademia di Belle arti Mediterranee di Ragusa, Andrea ha frequentato prima l’accademia di Urbino, dove ha seguito principalmente il corso di tecniche dell’incisione; poi l’accademia di Ravenna. Dove nel 2008 si è specializzato in mosaico con i migliori maestri italiani. Terminati gli studi, dopo alcune esperienze lavorative, ha deciso di tornare nella terra natìa.
Una scelta controcorrente e coraggiosa, la sua. “Dopo i primi anni di studio dedicati al disegno geometrico, alla pittura e alle arti plastiche – racconta – mi sono dedicato al mosaico. Sono consapevole che se fossi rimasto al Nord le opportunità di lavoro sarebbero fioccate. Ma ho scelto di vivere qui perché amo questi luoghi e ne traggo l’ispirazione per le mie opere. La mia è stata una scelta di cuore”.
La scelta di Andrea è diventata così un’ambiziosa sfida professionale: diffondere anche da noi la cultura del mosaico, trasmettere a progettisti e committenti il valore e la qualità di questa forma d’arte e vivere del proprio lavoro artistico e artigianale.
Così Andrea ha allestito un laboratorio dove compone greche, rosoni, motivi geometrici e figurativi, accostando tessere di pasta vitrea o di marmi policromi; dove scolpisce il marmo e le pietre dure, per fare mascheroni, figure, oggetti d’arredo per spazi esterni e interni.
Degni di attenzione anche i suoi intriganti packaging (rivestimenti), esposti nel 2011 allo Spazio cultura “Meno Assenza” a Pozzallo in una mostra dal titolo “Mosaicovisione”: televisioni d’antan e schermi di computer trasformati in telai per mosaici colorati raffiguranti il monoscopio o la schermata d’avvio del sistema operativo. Un’affascinante contaminazione tra tecniche millenarie e moderni mass media, tra byte e materiali lapidei.