L’installazione itinerante di Alfredo Pirri, artista originario di Cosenza, 64 anni, arriva al castello di Maniace, centro del catanese. Ottocento metri quadrati coperti di specchi calpestabili, una nuova temporanea pavimentazione per la sala ipostila del castello dove si moltiplicano le immagini delle volte a crociera, delle colonne in pietra luminosa, della sobria architettura normanna. L’installazione giunge per la prima volta in Sicilia dal 17 maggio al 31 dicembre operando un’affascinante trasformazione di un monumento millenario grazie alla forza concettuale e al potere visionario dell’arte contemporanea.
Si tratta della più grande edizione dell’opera realizzata fin qui in uno spazio chiuso, seconda solo a quella a cielo aperto pensata per il foro di Cesare. Il castello Maniace, luogo fortificato sin dai tempi antichi dagli antichi greci, successivamente roccaforte bizantina (il nome deriva dal comandante Giorgio Maniace, principe e vicario dell’imperatore di Costantinopoli, fu edificato, per come lo conosciamo oggi, dall’architetto Riccardo da Lentini su ordine di Federico II di Svevia. Era il 1232 e una straordinaria testimonianza storico-artistica iniziava a prendere forma in un luogo iconico della città di Siracusa.
Oggi il castello è un bene di pertinenza della soprintendenza regionale di Siracusa. Per questo debutto in Sicilia, nell’affascinante corrispondenza tra lo specchio del mare che circonda il castello e il piano specchiante all’interno della sala Ipostile, l’installazione trova un modo per disegnare l’ambiente, realizzando una perfetta sintesi tra architettura e natura, tra storia e arte contemporanea.
Il pubblico, camminando sulla superficie calpestabile in sicurezza grazie al tipo di materiale utilizzato, diventa protagonista di una performance collettiva frantumando gli specchi. Sul pavimento in frantumi “galleggiano” come testimonianze emerse dagli abissi, alcuni reperti provenienti dal museo archeologico Paolo Orsi di Siracusa, in dialogo con le leggerissime sfere colorate realizzate dall’artista: sono pesanti “proiettili” in pietra di antiche catapulte, divenuti qui oggetti misteriosi, metafisici, dal forte valore simbolico e formale. In una seconda sala, intitolata all’aspetto grafico e progettuale del lavoro, sono esposti dei frammenti di capitelli ritrovati in loco, memorie storico-architettoniche accostate ad altre opere di Pirri: due nuovi disegni e una moquette di specchi dedicati al Maniace, insieme ad una serie di acquerelli recenti.
Da un’idea della curatrice, Helga Marsala, l’approdo di Passi al castello Maniace si è reso possibile grazie all’impegno di Aditus, concessionaria per i servizi aggiuntivi della regione siciliana per i principali siti archeologici e culturali della Sicilia orientale: in stretta collaborazione con la soprintendenza dei beni culturali e ambientali di Siracusa, Aditus ha prodotto e realizzato la poderosa installazione che all’interno dello storico edificio genera una trasformazione radicale, tra suggestioni di tipo estetico e simbolico, nel moltiplicarsi di lucec, spazio, linee, forme: il soffitto e le pareti, sdoppiandosi e frammentandosi sullo specchio destinato ad infrangersi sotto il peso di migliaia di passi, producono immagini nuove, dilatate, plurali, irregolari.
Passi è il titolo di una serie di installazioni avviata nel 2003 da Alfredo Pirri, uno dei maggiori esponenti dell’arte contemporanea italiana, attivo a partire dagli anni Ottanta, con un fortunato intervento all’interno della certosa di San Lorenzo a Padula, nel salernitano, a cura di Achille Bonito Oliva. Da quel momento il progetto è stato accolto in diverse sedi storiche, in Italia e all’estero, integrando nel suo nome quello dello spazio che lo ospitava: edifici sacri come la stessa Certosa di Padula e l’abbazia di Novalesa, spazi culturali come il centro arti visive e pescheria di Pesaro e la Cinemateca jugoslava di Belgrado, istituzioni museali come palazzo Altemps, Museo Novecento e la galleria nazionale d’arte moderna, siti archeologici come il Foro di Cesare o siti industriali come l’ex centrale termoelettrica di Daste e Spalenga a Bergamo o l’ex bunker antiatomico voluto da Tito a Konjic, in Bosnia.
Grazie all’installazione il castello Maniace, macchina scenica luminosa e insieme macchina da guerra, mette insieme la potenza dell’arte e del paesaggio con l’epica della morte e del potere propria del suo passato di fortezza militare e dimora reale.
“La luce è rinascita, rinnovamento, continua offerta di spigolature e colori nuovi. Gli specchi infranti di Alfredo Pirri r mescolano le carte, spazzano via finte certezze, ci mostrano una realtà che può essere interpretata in chiave contemporanea attraverso occhi nuovi, attraverso uno sguardo altro rispetto all’ordinario. Riaprire il Castello Maniace con questa installazione apre a una rilettura dell’antico attraverso nuove forme narrative, crea un ponte ideale tra passato,presente e futuro e ci avvia sulla strada di una modernità da indagare secondo prospettive inedite.
Uno specchio che si infrange, in generale, è anche metafora della nostra personalità, di un ego troppo spesso autocelebrativo che, però, proiettato in una dimensione irregolare deforma sé stesso e rivela particolari non conosciuti dell’essere umano e dello spazio circostante”.Alberto Samonà, Assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana“L’arte contemporanea dimostra di nuovo come sia possibile coniugare ricerca attuale e custodia del passato, intendendo la storia come bagaglio da vivificare e interpretare.
“Siamo lieti di ospitare quest’importante opera in uno dei luoghi più iconici della nostra isola. La tutela del monumento non esclude la sua trasformazione temporanea, quando si è dinanzi a progetti di alto profilo,orientati al rispetto dei luoghi e gestiti con profonda intelligenza. Un particolare apprezzamento mi piace esprimerlo innanzitutto nei confronti del Soprintendente Irene Donatella Aprile, che con lucida visione ha voluto offrire spunti di nuova luce a questi luoghi straordinari, e poi a tutto lo staff del Concessionario dei servizi aggiuntivi, Aditus: il sapiente management, ancora una volta espresso nel lavoro sul territorio, ha saputo coniugarsi con la sensibile cura del progetto da parte di Helga Marsala e con il talento di un artista di livello internazionale come Alfredo Pirri”.Sergio Alessandro, dirigente generale del dipartimento dei beni culturali e dell’identità siciliana.
“Raccolgo il testimone di una mostra apprezzata e sostenuta da chi mi ha preceduto nel ruolo di soprintendente di Siracusa: una circostanza che mi vede non solo entusiasta, ma in linea sul piano della visione culturale e dello spirito di fondo. «Passi», di Alfredo Pirri, è un progetto forte,nei contenuti e nelle forme, che in modo radicale ma centrato ha trasformato l’aspetto di un monumento straordinario, nei cui ambienti risuona l’eco di mille anni di storia, fra arte, cultura,meccanismi del potere, conflitti bellici, simboli e rituali dell’aristocrazia di un tempo. Un esempio intelligente di innesto fra ricerca artistica contemporanea, identità di un territorio e valorizzazione di un bene culturale. Ed è anche in questa direzione che immagino possa e debba procedere oggi l’azione di una soprintendenza: non solo tutela e sguardo sull’antico, ma anche apertura al nuovo, ai linguaggi del presente, al potenziamento del patrimonio attraverso operazioni brillanti di rilettura e attualizzazione. L’installazione al Maniace diventa, in tal senso,un manifesto coraggioso, oltre che un affascinante viaggio attraverso il tempo, lo spazio e lo spirito delle comunità.”Salvatore Martinez,Soprintendente dei Beni culturali e ambientali di Siracusa.