Sicilia: “opera prossima” e “San Francesco” aderiscono al progetto SHUBJ della Cgil

Per qualificare sempre di più i nostri interventi e sostenere il percorso di autonomia dei nostri ospiti, siamo aperti alla collaborazione con tutti coloro che promuovono iniziative utili nel nostro territorio”. Lo ha detto Giusy Infantino, legale rappresentante della Cooperativa “Opera Prossima”, in merito all’incontro nel corso del quale è stata presentata ed illustrata l’attività del progetto Shubh che fa riferimento alla Cgil e che la stessa Infantino ha definito “così interessante da avvalersene con assoluta convinzione”.

Il progetto è rivolto ai titolari di protezione internazionale che, in Italia, coinvolge 7 regioni (Sicilia, Campania, Basilicata, Puglia, Lazio, Marche, Veneto) e 21 territori. Partito dalla provincia di Catania, permetterà anche ad alcuni ospiti accolti nei centri SAI/SIPROIMI del Calatino (e non solo) gestiti dalle Cooperative “Opera Prossima” s.c.s. e “San Francesco” s.c.s. di raggiungere l’autonomia dal punto di vista sociale, economico e culturale.

Le opportunità sono state esplicate ai coordinatori presenti in questo incontro informativo dal responsabile del progetto, Francesco D’Amico, il quale ha sottolineato che “la vocazione di questo territorio è quella dell’accoglienza. Non a caso –ha sottolineato- è stato scelto Caltagirone e il comprensorio calatino per inaugurare la fase operativa del progetto di integrazione e inclusione sociale, contando in questo caso sulla preziosa collaborazione delle cooperative impegnate nel Progetto FAMI che coinvolge i migranti ospitati nei centri SAI/SIPROIMI gestiti dalle cooperative ‘Opera Prossima’ e ‘San Francesco’, i quali potranno avere una reale prospettiva di inserimento sociale e lavorativo, dal momento in cui arriverà il tempo della loro fuoriuscita dalle strutture, dove attualmente abitano, vivono e dalle quali  riescono a garantirsi studio e lavoro.

I coordinatori hanno salutato “positivamente tale iniziativa, perché favorirà la definitiva autonomia sociale ed economica di alcuni migranti ospiti che, così facendo, saranno agevolati a raggiungere alcuni obiettivi focali per migliorare la loro qualità di vita, compresa la certezza di poter trovare e pagare un’abitazione, alla stessa stregua degli altri cittadini di questo territorio”.

“I migranti che desiderano aderire al progetto Shub -così come ha ribadito il responsabile del progetto- hanno 18 mesi di tempo dalla fuoriuscita dai centri che li accolgono”. D’Amico ha poi invitato i coordinatori dei centri a rivolgersi all’ufficio del patronato Inca, all’interno della Camera del Lavoro di Caltagirone, lungo la Scala “Santa Maria del Monte”, dove è attivo il primo “Integra corner” d’Italia, dedicato all’integrazione, con uno sportello gestito da personale qualificato pronto a dare supporto e orientamento ai cittadini stranieri affinché raggiungano, il più velocemente possibile, la giusta autonomia dal punto di vista sociale, economico e culturale.

In tutta Italia saranno 295 gli assistiti, di cui 15 a Caltagirone e nel Calatino. Prezioso si rivelerà il contributo dei SAI/SIPROIMI del Calatino (e non solo) gestiti dalle Cooperative “Opera Prossima” s.c.s. e “San Francesco” s.c.s. che hanno già assicurato che si adopereranno per migliorare la situazione di vita e il percorso di integrazione delle persone alle quali Shubh si rivolge.

 

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