Sarà presentato domani venerdì 26 marzo alle 17.30 il volume di Luigi Biondo e Antonino Filippi dal titolo “Trapani, la città e il territorio. Dalla preistoria alla tarda antichità”. Dopo l’introduzione di Alfonso Lo Cascio, presidente regionale di BCsicilia e la presentazione di Ignazio Sottile, presidente BCsicilia di Castellammare del Golfo, sono previsti diversi interventi.
Si alterneranno gli interventi di: Massimo Cultraro, archeologo CNR e Roberto Sammartano, docente di storia greca all’università di Palermo. Tutto alla presenza dei curatori del libro. L’incontro si terrà sulla piattaforma Goole meet e di seguito il link per partecipare: https://meet.google.com/dic-hfzr-owk
Per informazioni: Email: segreteria@bcsicilia.it – Tel. 346.8241076 Fb: BCsicilia – Tw: BCsicilia.
I contributi raccolti nel volume tracciano un lungo percorso storico e archeologico nella Sicilia nord-occidentale che, partendo dal lontano Paleolitico, giunge fino alla tarda antichità attraverso vicende che coinvolsero popolazioni di tradizioni culturali diverse: Elimi, Fenici, Greci, Romani, Ebrei, Bizantini e Arabi.
Dalla seconda metà del XIX secoo i primi pionieri della preistoria siciliana, da Heinrich Schliemann a Raymond Vaufrey, intrapresero le loro ricerche nel territorio trapanese. In seguito qui furono trovate fra le più antiche testimonianze della presenza dell’uomo in Sicilia: ciottoli scheggiati che raccontano una storia lunga centinaia di migliaia di anni; ma anche monumenti di pietra, legati a culti solari, il cui studio sta aprendo la strada a nuove intriganti conoscenze sulla tarda preistoria siciliana.
Il territorio trapanese è stato anche la culla degli Elimi, fondatori di importanti centri, come Erice e Segesta, ma anche luogo di primo approdo dei Fenici in Sicila, sull’isola di Mozia. Nelle acque antistanti il porto di Trapani si decisero le sorti del Mediterraneo dopo due epici scontri navali fra romani e cartaginesi nel 249 e nel 241 a.C.. I romani, usciti vincitori dalla guerra, rafforzarono un più antica sistema di strade che consentiva il collegamento fra il vasto e fertie territorio e i due importanti approdi di Lilibeo e Drepanum. Dell’antica Lilibeo, oggi Marsala, l’archeologia ha messo in luce cospicue testimonianze dell’impianto urbano, mentre più incerte, ma comunque rilevanti, sono i dati su Drepanum, l’attuale Trapani, con la presenza di marmi provenienti da diversi luoghi del Mediterraneo.
Entrambi i centri, così come le vicine Erice e Mozia, conservano significativa testimonianze della cultura ebraica, con materiali oggi conservati nei musei del territorio. Infine, si sottolinea che grazie agli approfonditi ed insiti studi che in questa sede vengono presentati, le vicende storiche e archeologiche di una città e del suo territorio non costituiscono solamente una microstoria locale, ma assolvono ad elementi fondamentali per ricostruire una storia che travalica la Sicilia e abbraccia l’intero bacino del Mediterraneo.