“La ferita della carne e la Resurrezione”. È il titolo della mostra personale di Giovanni Viola che sarà ospitata alla galleria Lo Magno, arte contemporanea.
Dal 2 aprile al 15 maggio la Galleria Lo Magno arte contemporanea ospiterà nei propri locali di via Risorgimento 91-93 a personale di Giovanni Viola che sarà inaugurata alle 16.00 su prenotazione. La mostra è a cura di Giuseppe Lo Magno.
L’artista, in occasione della Pasqua, propone una riflessione sul tema della Resurrezione attraverso la rilettura di due tra le più celebri opere di Caravaggio: l’incredulità di San Tommaso e la Cena di Emmaus. Sarà pure presente un lavoro dedicato alla luce del cielo, tematica cara all’artista e che connette l’intero progetto alla sua ricerca pittorica più nota.
La mostra offre numerosi motivi di interesse allo spettatore. Tra i principali, si segnala il fatto che a distanza di 11 anni dalla sua prima personale ,l’autore torna ad esporre nella galleria che per prima lo ha lanciato e fatto conoscere, proponendo i risultati della sua più recente evoluzione pittorica. Accostatosi al mondo dell’arte attraverso lo studio dei maestri italiani e stranieri del passato e approdato allo studio del paesaggio per il contatto con l’opera e l’amicizia del maestro Salvatore Paolino, Viola in questo lungo arco di tempo, quasi in sordina, ha percorso anche un originale cammino di studio e di ricerca su tematiche di natura filosofica attraverso la rilettura delle opere di quei grandi maestri dell’arte che mai hanno smesso di accompagnarlo.
La mostra è accompagnata da due testi critici, uno del teologo Francesco Brancato; l’altro dello storico dell’arte Vito Chiaramonte. Brancato mette in evidenza la “delicata originalità” con cui Viola rilegge Caravaggio. Un atteggiamento di “originale imitazione”, il suo, che “rispetta l’opera d’arte di riferimento reinterpretandola, ridandole vita per l’oggi, per l’uomo contemporaneo, lasciandosi condurre per le strade, i vicoli, gli scorci che ininterrottamente apre ogni autentica opera d’arte che è tale non perché tutto-dice e tutto-risolve, ma in quanto tutto-indica”.
Chiaramonte riflette sul procedimento e sul significato che l’immagine assume per l’artista. “La linea che taglia le scene caravaggesche – scrive – l’ironia che sostiene lo sguardo geometrico di un Antonello, le cancellazioni-rimozioni dalla cena in Emmaus, le luci di perla che attraversano i cieli delle sue marine, sono l’esito di uno stesso procedimento in cui la citazione, imprecisa, variata, mancante, sferra sempre un colpo di coda subliminale (ancora una volta sotto la soglia), e introduce all’incontro con un elemento inatteso, con un’alterità che non può essere descritta e che non prende forma”.
La mostra potrà essere visitata da lunedì a sabato dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20, previa prenotazione all’indirizzo di posta elettronica info@gallerialomagno.it oppure telefonando ai numeri 0932 763165 / 3396176251. Ingresso gratuito.