Era inserito nell’elenco dei latitanti pericolosi, Mario Giulio Calderone, arrestato in Grecia dai carabinieri di Messina in collaborazione con la polizia greca. L’uomo, classe 1957, è stato arrestato nei pressi della città di Larissa.
Era stato inserito nel 2016 nell’elenco dei latitanti pericolosi redatto dal gruppo integrato interforze per la ricerca dei latitanti GIIRL del ministero dell’interno. Calderone era latitante da oltre 10 anni, in quanto colpito da una condanna definitiva per associazione di tipo mafioso in quanto riconosciuto organico alla famiglia mafiosa dei barcellonesi, operante a Barcellona Pozzo di Gotto e sul versante tirrenico della provincia di Messina, formazione criminale storicamente collegata aCosa nostra palermitana e catanese e tra le più sanguinarie e meglio organizzate militarmente del panorama mafioso della provincia peloritana.
Le indagini per la ricerca del latitante sono state sviluppate dal nucleo investigativo del comando provinciale di Messina su delega della procura distrettuale antimafia di Messina, grazie anche ad un contributo di “intelligence” fornito dall’agenzia interna che ha permesso di localizzare Calderone in un’abitazione nella località greca di Pyrgos Polydendri Agias dove la compagna del latitante viveva da tempo sotto falso nome.
L’intervento delle autorità greche è stato richiesto dai carabinieri tramite il servizio per la cooperazione internazionale di polizia, divisione Sirene, che ha attivato il fugitive active search team ellenico, facente parte dell’European network of active fugitive search teams. L’arresto è stato eseguito in esecuzione del mandato d’arresto europeo emesso a carico del latitante dalla procura della Repubblica presso la corte d’appello di Messina in virtù di una condanna definitiva a 6 anni, 11 mesi e 19 giorni di reclusione, inflitta a Calderone nell’ambito del processo scaturito dall’indagine Mare nostrum degli anni Novanta.
Calderone è ritenuto elemento di spiccata caratura criminale ed era l’ultimo degli affiliati mafiosi ancora latitanti della famiglia mafiosa dei barcellonesi, indicato da numerosi collaboratori di giustizia quale persona molto vicina, ai tempi, a Giuseppe Gullotti, capo storico della consorteria mafiosa, attualmente in carcere. Al termine delle procedure di estradizione Calderone sarà trasferito in Italia.