Ad Agrigento agenti della guardia di finanza hanno sequestrato beni per quasi 3 milioni e 800 mila euro su disposizione del gip del tribunale locale, Francesco Provenzano. Il sequestro è stato effettuato nei confronti di due responsabili di un’associazione di volontariato di Canicattì che ha beneficiato illecitamente di ingenti finanziamenti pubblici erogati dall’Asp di Agrigento.
I due, marito e moglie, devono ora rispondere di truffa ai danni dello Stato ed evasione fiscale. Il provvedimento giunge all’esito di una complessa attività di indagine che ha avuto origine da alcune attività ispettive fiscali nei confronti dell’associazione di volontariato “Sicania Soccorso” e della stessa impresa individuale, entrambe operanti nel settore sanitario.
Le indagini, anche di natura finanziaria, hanno permesso di accertare che i due indagati, titolari di fatto e di diritto di un’attività di impresa a fini di lucro, tramite una fittizia associazione di volontariato, riuscivano a stipulare con l’ASP delle convenzioni per l’assistenza ai malati tramite il servizio di trasporto con ambulanze, svolto essenzialmente presso il distretto sanitario di Canicattì, beneficiando illegittimamente dei contributi pubblici destinati per legge in via esclusiva al rimborso delle spese sostenute dai volontari che svolgono, in forma associativa, servizi assistenziali senza finalità lucrative ed in forma gratuita.
Le somme di denaro accreditate dall’ASP sui conti della Sicania Soccorso, però, non venivano utilizzate per il rimborso spese, ma venivano dirottate con artifizi fiscali e falsa documentazione, nella disponibilità dell’impresa dei due indagati.
I coniugi, nel frattempo, sono riusciti ad acquisire illecitamente fondi concessi dall’Asp e dal ministero in favore delle associazioni di volontariato e svolgere una piena attività a fine di lucro nella gestione del servizio ambulanze, facendo pagare il servizio agli utenti e intascando, attraverso fittizie operazioni bancarie e del tutto in nero, come rilevanti ed in maniera del tutto illecita.
Tra l’altro, all’associazione di volontariato sono state addebitate persino spese personali dei due indagati del tutto estranee all’espletamento dell’attività dell’ente come l’acquisto di auto di grossa cilindrata per oltre 100 mila euro. In questo modo i coniugi avrebbero ottenuto un illecito indebito risparmio fiscale di poco più di 400 mila euro e di percepire indebitamente erogazioni e contributi pubblici ammontanti a 3.340.718,34 euro
Nel corso delle perquisizioni della finanza sono stati trovati nei luoghi nella disponibilità dei due coniugi denaro contante per 109.000 euro. Sequestrate anche disponibilità giacenti sui rapporti bancari per ulteriori 100.000 euro, 2 motocicli, 13 autoveicoli, tra cui due costosi SUV, 9 immobili e l’intero capitale sociale di una società che gestisce tre attività di ristorazione tra cui uno dei più frequentati locali della vita sociale agrigentina nella rinomata località balneare di San Leone.