Riceviamo e pubblichiamo un articolo di Antonio David.
Una modesta e concreta riflessione in un momento delicato per l’intera nazione, regione e singola comunità, non può che far evidenziare la responsabilità di ogni singola persona in ambito civile o in qualsiasi carica che esso ricopre. Se tutto ciò, nel suo modo di gestire o veder le cose, non si eleva nel passo successivo, si rischia di vedere svanito tutto ciò che si è creato, o si tenta di creare per elevare quel tasso di mediocrità che molto spesso accomuna tutti.
A Polizzi Generosa, la nuova amministrazione comunale nel suo programma elettorale ha elencato una serie di programmi e intenti che devono essere portati avanti per ripartire,rilanciare un’economia locale che rischia seriamente di assopirsi nei meandri della crisi. Programma portato avanti dal sindaco Gandolfo Librizzi e dai suoi stretti collaboratori e che ora, deve dare impulso a ciò che si è studiato dietro le quinte. In una lettera inviata ai consiglieri di maggioranza e di opposizione, invita tutti a lasciare da parte quegli screzi che possono nascere tra “i banchi consiliari” e dare veridicità a ciò che il paese ha bisogno. Speranza, sostegno reciproco, coerenza e idee comuni che dovrebbero essere un principio cardine di sana politica.
Ripagare la fiducia che la cittadinanza ha dato alla nuova gestione in primis ma, a tutti coloro che siedono al tavolo del consiglio, deve essere rimesso in gioco con concretezza di fatti e dunque in un passo concreto, verso coloro che aspettano il cambiamento, seppur con tante difficoltà ma, con la fiducia e l’impegno per poter dire dire “io ci sono”.
Riportiamo sotto la lettera che il sindaco rivolge ai consiglieri
Egregi Consiglieri comunali,
ho riflettuto molto prima di compiere questo passo e se mi sono risolto a scrivere è perché ho ritenuto giusto e doveroso farlo nell’interesse della nostra piccola comunità. In ultimo anche spinto sull’onda delle parole pronunciate ieri al Senato dal Presidente Draghi nel chiedere la fiducia al Parlamento. Parole che, significativamente, non valgono solo per l’intero Paese, ma, nello stesso identico spirito che accomuna ognuno, per ogni singola comunità.
Ha detto il Presidente del Consiglio dei Ministri che “La crescita di un’economia di un Paese non scaturisce solo da fattori economici. Dipende dalle istituzioni, dalla fiducia dei cittadini verso di esse, dalla condivisione di valori e di speranze. Gli stessi fattori determinano il progresso di un Paese”.
Con le debite proporzioni, queste parole parlano anche ad ogni singola comunità, piccola o grande che sia. Anzi, a maggior ragione, “la condivisione di valori e di speranze”, in un piccolo contesto come il nostro, può incidere ancora più significativamente per segnare la differenza e creare le condizioni per una migliore vivibilità.
È quindi compito di tutti, innanzitutto di chi ha maggiori responsabilità, provare a realizzare queste condizioni condivise perché, pur nelle differenze, non si perda di vista l’interesse di fondo per la comune comunità rappresentata, nel segno di quei valori e speranze di fondo.
Vi è di più. La situazione di emergenza che ha fatto nascere il Governo Draghi (la situazione pandemica e la predisposizione del Recovery Plan), sono, nel piccolo, le stesse condizioni nelle quali si dibatte ogni realtà territoriale. L’ingente massa di finanziamenti in arrivo e gli strumenti di programmazione che saranno attivati, rappresenta un’occasione più unica che rara che nessuno può perdersi perché distratto da polemiche o, peggio, da divisioni e lacerazioni di fondo incomprensibili che farebbero perdere di vista il comune sforzo di approntare le soluzioni migliori per offrire una speranza per il futuro a chi lavora, a chi vuole intraprendere, a chi soffre di una crisi economica devastante.
Alla comunità serve coesione, visione e speranza. Perciò mi sono determinato a scrivere questa mia perché è attraverso il Consiglio Comunale che l’intera comunità è rappresentata nelle Istituzioni locali. Le responsabilità comuni che ne derivano (dovrebbero) sono tutte rivolte verso la stessa base sociale che ci accomuna e ci fa vivere insieme. Per questo, in coerenza di visione annunciata all’atto del giuramento, auspico che si possa avviare un confronto sui contenuti che possa far emergere le proposte e le soluzioni più adeguate per Polizzi, ognuno apportandovi la ricchezza della propria elaborazione.
In sintesi ecco la proposta. A breve saremo chiamati a predisporre il programma Triennale delle Opere Pubbliche, strumento essenziale e propedeutico per l’approvazione del bilancio di previsione. Le opere da inserirvi non sono frutto di improvvisazioni ma soggiacciono a una stringente logica di pianificazione e programmazione strategica. L’amministrazione sta già lavorando alacremente in questa direzione ma può darsi che non tutto sia ricompreso e considerato e che perciò il concorso di tutto il Consiglio Comunale, fuori da schemi e rancori di ogni genere, possa far emergere ancor di più e meglio quelle opere ritenute fondamentali per l’interesse della comunità polizzana, quella nella quale tutti abitiamo e viviamo. Perché, allora, non provare ad abbandonare sterili contrapposizioni per concentrarci seriamente ad un confronto costruttivo? Se solo lo si vuole davvero (si potrebbe) si può prefigurare davvero una strumentazione in grado di ben rappresentare tutte le potenziali esigenze del nostro territorio e della nostra comunità.
Naturalmente sta in ognuno di noi scrivere questa nuova pagina e costruire questo nuovo clima. Se lo si vuole davvero, occorre allora correre aprendo una vera sessione consiliare – prima della discussione vera e propria dell’approvazione del nuovo programma Triennale delle OOPP – per focalizzare le cose dirimenti e utili da attenzionare per portarle a quel grado minimo di progettazione tale da poter essere inseriti nel nuovo Programma Triennale delle Opere Pubbliche in grado di intercettare così la nuova fase post pandemica di rilancio e resilienza con un adeguato parco progetto.
Sarebbe questo un primo passo importante di inversione di tendenza e di prospettiva.
Ad ognuno di voi singoli consiglieri comunali la risposta.
Gandolfo Librizzi”