Anche Sinalp Sicilia e rete sociale Attiva sicilia denunciano l’attacco all’isola che potrebbe diventare “pattumiera d’Italia”. “La Sicilia – si legge in un comunicato – scopre di avere un altro primato, i siti idonei ad accogliere scorie nucleari”.
“Ci chiediamo – continua la nota – quali siano stati i criteri utilizzati dall’ente governativo nazionale per dichiarare che la Sicilia ha ben 4 aree idonee. Ci chiediamo come mai quando lo stato nazionale deve risolvere un suo problema, solo allora si ricorda che esiste anche la Sicilia e, cosa ancora più strana, ci chiediamo cosa i nostri rappresentanti politici, che siedono nel parlamento nazionale, intendano fare o stanno facendo per difendere il diritto dei siciliani alla difesa ed integrità del territorio regionale”.
Il Sinalp e rete sociale Attiva Sicilia chiedono e si chiedono se il presidente della repubblica, Sergio Mattarella, siciliano di origine, intenda intervenire in difesa della sua isola. “Oggi – continua la nota – la nostra terra ha ottenuto un ulteriore motivo di crisi sociale ed economica, come se non bastassero i tantissimi motivi di crisi, alcuni atavici, già presenti nella nostra società. Brucia ancora il dictat dello Stato italiano che da un lato ci chiude le raffinerie che pur inquinando davano tantissimo lavoro, con la scusa di una loro riconversione ancora a venire, ma con la certezza di licenziamenti di massa e dall’altro lato con un incremento delle perforazioni petrolifere sia su terra che nel mare adiacente le coste siciliane.
In questo modo diventiamo una regione produttrice di petrolio con una estrazione in grado di soddisfare circa il 25% del fabbisogno nazionale, ma non possiamo più usufruire degli utili e dei livelli occupazionali derivanti dalla raffinazione del nostro greggio estratto.
Derubati delle nostre materie prime e derubati dei guadagni derivanti e vogliamo ricordare a tutti – continua il comunicato – che, almeno sulla carta, il demanio in Sicilia è della regione e non dello Stato italiano.
Non soddisfatti di questo ultimo scippo ,oggi la Sicilia diventa anche discarica nazionale per quanto prodotto dall’Italia e del quale la Sicilia non ne ha mai avuto alcun beneficio”.
Così Andrea Monteleone, segretario regionale del Sinalp Sicilia insieme all’associazione consumatori rete sociale attiva Sicilia rappresentata da: Stefania Virga, Marzia Giacalone e Serena Giuliano, denunciano questo ennesimo attacco per la distruzione del territorio siciliano. “Alla Sicilia – concludono – rimane solo il patrimonio naturale e paesaggistico. Le poche fabbriche realizzate, frutto di un ipotetico piano nazionale per l’industrializzazione della nostra regione sono ormai fallite e inesorabilmente chiuse. Il sistema bancario siciliano, che era in grado di finanziare le imprese siciliane direttamente nel nostro territorio, è stato totalmente fagocitato dalle multinazionali bancarie che non hanno alcuna intenzione ed interesse a finanziare le nostre imprese ed investire nella nosta isola.
Ci rimane appuntao solo la bellezza paesaggistica, unica al mondo, del nostro territorio ed è nostro diritto difenderla anche con i denti”. Sinalp e l’associazione RSA mettono a disposizione dei cittadini interessati a difendere il loro territorio, i propri uffici legali per “proteggere il futuro nostro e dei nostri figli. Invitiamo i sindaci di Trapani, Giacomo Tranchida; di CAlatafimisegesta, Antonino Accardo; di Castellana Sicula, Franco Calderaro; di Petralia Sottana, Leonardo Neglia e di Butera, Filippo Balbo, a contattarci per un’azione comune in difesa del futuro e dei nostri figli.
Invitiamo anche il presidente della regione, Nello Musumeci, a fare propria questa battaglia di civiltà e speranza per le genti siciliane e lottare con ogni mezzo lecito contro questa ennesima prevaricazione dello Stato nazionale contro la Sicilia”.