Tortorici (Me): scioglimento del consiglio, lo sfogo dell’amministrazione uscente
Il prefetto ha nominato i commissari
Sono i viceprefetti Giuseppe Sindona e Matilde Mulè e il funzionario economico-finanziario i commissari nominati dal prefetto di Messina, Maria Carmela Librizzi al comune di Tortorici, dopo la sospensione del consiglio disposta dal consiglio dei ministri qualche giorno fa. I commissari avranno i poteri spettanti al consiglio, al sindaco e alla giunta.
E contestualmente alla nomina dei commissari l’amministrazione uscente si sfoga con un lungo comunicato ribadendo di aver sempre agito con trasparenza e onestà, ma lasciando trasparire amarezza, delusione e anche tanta rabbia che hanno soffocato l’entusiasmo iniziale del gruppo di giovani amministratori, alcuni proprio al loro esordio in politica. Il loro obiettivo era quello di “sovvertire uno stato di cose che si è trascinato sommessamente per troppi anni. A Tortorici – si legge nella nota – con lo scioglimento del consiglio comunale è stato inferto un duro colpo alla democrazie, interrompendo il percorso di legalità e trasparenza intrapreso il 28 aprile 2019 per libera scelta dei cittadini”.
Il cammino della compagine che aveva occupato gli scranni in giunta e consiglio non è stato mai facile, “avendo ereditato un comune allo sfacelo e per di più disturbato da due ricorsi amministrativi portati avanti da due membri dell’amministrazione uscente. Il primo prodotto da Carmelo Rizzo Nervo, ex sindaco ed esponente di un circolo del Pd, ricorso ritenuto dal TAR temerario e il secondo portato avanti da Antonio Paterniti Mastrazzo, ex vice sindaco, anche esso rigettato dal TAR. È veramente triste pensare come si arrivi al punto di accapigliarsi bassamente anche a questo al fine di ribaltare un risultato elettorale che si rifiuta di accettare.
Il consiglio comunale oggi viene sciolto perché sarebbero emerse forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata che comprometterebbero il buon andamento dell’azione amministrativa”. Ancora non si conoscono le motivazioni puntuali e gli amministratori si chiedono dove si trovi l’ingerenza mafiosa elencando una sfilza di atti e provvedimenti adottati.
“Chiediamo: c’è ingerenza mafiosa nell’aver adottato, subito dopo l’insediamento, il protocollo Antoci nell’assegnazione dei terreni comunali? Protocollo mai applicato dalla precedente amministrazione, come rilevato dalla stessa Prefettura;
C’è ingerenza mafiosa nell’aver revocato atti del sindaco uscente Carmeo Rizzo Nervo riguardanti l’affidamento di incarichi, adottati lo stesso giorno delle elezioni, in spregio ad ogni norma? E’ stata rilevata questa irregolarità dalla commissione prefettizia?;
C’è ingerenza mafiosa, in rottura col modus operandi del passato, nel non aver voluto utilizzare sistematicamente lo strumento della “somma urgenza” e aver sempre agito nella massima trasparenza e legalità nell’affidamento dei lavori, applicando il principio della rotazione?;
C’è ingerenza mafiosa nell’aver predisposto il fondo per il salario accessorio dei dipendenti comunali? Salario che non era stato corrisposto da ben 12 anni, contravvenendo alle norme di legge e ai diritti dei lavoratori?;
C’è ingerenza mafiosa nell’aver salvaguardato l’equilibrio di bilancio, evitando di aumentare l’immensa massa debitoria ereditata a seguito del dissesto finanziario decretato nell’ottobre 2016 (14 milioni di massa passiva, 2 milioni di anomalo contenzioso pendente oltre 7 milioni di mutui), cercando sempre di utilizzare bandi di finanziamento e fondi ministeriali?;
C’è ingerenza mafiosa nell’aver avviato il processo di riassorbimento dei dipendenti comunali, posti nella precedente gestione amministrativa in esubero, prescindendo dall’effettivo fabbisogno dell’ente?;
C’è ingerenza mafiosa nell’aver scrupolosamente seguito tutte le procedure di legge nell’affidamento di appalti pubblici per diversi milioni di euro?”.
A tutte queste domande si aspetta una risposta e sicuramente se la aspettano anche i cittadini di una Tortorici operosa e onesta. “Consapevoli che il nostro operato rientra nell’ordinaria e corretta gestione amministrativa della cosa pubblica, – continua la nota – riteniamo ingiusto e penalizzante per l’intera comunità, oltre che lesivo della nostra dignità di cittadini, l’accostamento arbitrario e del tutto gratuito a qualsiasi forma di mafia!.
Certi di essere completamente estranei ad ogni forma di condizionamento e/o collusione con la criminalità organizzata – conclude la nota – continueremo a batterci fino a quando non verrà ristabilita la verità e fatta giustizia per noi stessi e per la nostra comunità”.