“Matteo Messina Denaro non lo vogliono arrestare”. Sono dure le parole del comandante Marcos alla guida di una squadra speciale composta da uomini e donne che erano sul posto in Sicilia prima dell’arresto di oggi del sodali del super latitante ancora ricercato.
Il “figlioccio” di Totò Riina, il capo dei capi, colui che conosce il segreto delle stragi, dal giugno del 1993 resta ancora un fantasma. Da anni non ci sarebbero più segnali di Messina Denaro ormai da anni. Matteo Messina Denaro che oggi ha 58 anni probabilmente si nasconde all’estero, forse in Tunisia, forse in Venezuela o forse in Inghilterra. Non si sa. Una è la certezza: si è dedicato a grossi affari, rinunciando al governo diretto del territorio siciliano. La sua forza è nei segreti del passato che continua ancora a custodire. Segreti su complicità e relazioni. Segreti che forse tirerebbero in ballo troppe persone.
“Matteo Messina Denaro è uno che sa troppo – dice il comandante Marcos– Non è stato preso oggi, ma si sarebbe dovuto incontrare, secondo le nostre indagini, con personaggi della mafia internazionale. E’ un massone puro.”
Ma il lavoro del comandante Marcos che avevamo già incontrato l’anno scorso per parlare della vicenda della morte di Giulio Regeni, continua insieme a quello della sua squadra.
“Continueremo sempre a lavorare e fare il nostro meglio – conclude il comandante – e voglio ringraziare tutti i miei uomini e donne che con coraggio lavorano in squadra con me”. Fra loro Paloma che si occupa di droni e tecnologia, Gutierrez e Ramirez, tiratori scelti e specializzati in combattimento corpo a corpo;Tokyo che si occupa di comunicazioni e ricerche e poi, Carlos, Paolo 1 e Paolo2, Pablo, Josè, Blu, Felice, Antonio e tanti altri (ovviamente tutti nomi in codice). Tutti gli agenti del comandante Lauri sono esperti in arti marziali, arrampicata, subacquei, paracadutisti anche in tandem, guida veloce e tutti super addestrati a tutto.