“La SEA, Società Elettrica di Favignana, non è mai stata inerte di fronte all’accaduto, in nessuna occasione negato dall’amministratore delegato, anzi riconosciuto e comunicato agli enti competenti così come previsto dalla legge”: con queste parole del professore Filippo Accardi, la Società Elettrica di Favignana torna sulla vicenda dello sversamento di gasolio nell’area protetta, un incidente verificatosi negli anni ottanta, che vede rinviati a giudizio lo stesso professore e la SEA S.p.A.
Per far luce sull’accaduto, l’azienda ritiene opportuno fornire la reale versione dei fatti alla comunità di Favignana.
Fatti che, come sostiene l’ingegnere ambientale della società, Matteo Ernandes – è lui che attualmente vigila sulle operazioni di bonifica insieme ai consulenti della BAW Srl, specializzata nel settore anche in campo internazionale – “sono da distinguere rispetto alle responsabilità”.
L’amministratore delegato di SEA Filippo Accardi ricorda che, proprio grazie all’autodenuncia avvenuta nel 2000 ad opera della Società Elettrica e all’ approvazione dei vari progetti di bonifica redatti in ossequio alle normative nel tempo succedutisi, è stato possibile realizzare un impianto di messa in sicurezza della falda che porterà in tempi rapidi alla risoluzione totale del problema.
“L’iter processuale – spiega l’azienda – chiarirà tutti gli aspetti di questa vicenda che, comunque, vede la Società Elettrica e il professore Accardi chiamati a rispondere di un inquinamento accidentale che non ha determinato alcuna irreversibilità dell’inquinamento stesso, proprio in virtù degli interventi risolutivi prontamente attuati”.
Accardi, sebbene rammaricato dell’accaduto, chiarisce “di non essere responsabile di alcun inquinamento e di aver fatto di tutto per risolvere comunque il problema, a tutela sia della salute dei cittadini che dell’integrità e della bellezza dell’ambiente di Favignana”.
Infatti, pur non essendo obbligata dalla normativa allora vigente, SEA ha dapprima prontamente rimosso la causa della contaminazione del suolo (la sostituzione di un serbatoio di carburante interrato negli anni ottanta da altri soggetti che aveva dato luogo a perdite di prodotto), successivamente ha comunicato l’evento agli enti preposti e ha adottato le misure di messa in sicurezza del sito.
Inoltre, in conformità alle disposizioni di legge progressivamente intervenute (il Testo Unico Ambientale del 2006), l’ amministratore delegato Filippo Accardi ha investito risorse economiche sempre più consistenti e, senza badare a spese, ha avviato un’ approfondita campagna di monitoraggio e bonifica nell’ interesse della salute della comunità e dell’ambiente dell’isola.
Gli accertamenti svolti – verificati anche dall’ARPA – dimostrano, da un lato, che non vi è stato alcun reale inquinamento e che lo sversamento, risalente agli anni ottanta, e dunque non causato dall’amministratore Filippo Accardi, è rimasto contenuto nel sottosuolo senza intaccare neppure l’area marina; dall’altro lato, i controlli dell’ARPA e della Regione Siciliana confermano la puntualità e la correttezza delle procedure amministrative e tecniche di bonifica del sito.
Bonifica che, interamente a carico della SEA, mira a rimuovere ogni possibile pericolo di contaminazione e – per scelta prudenziale dello stesso Accardi – ha un oggetto ben più ampio della piccola area coinvolta dallo sversamento di gasolio degli anni ottanta.
Ad oggi, il percorso di bonifica è perfettamente avviato e i risultati sono pienamente in linea con le previsioni progettuali per le quali il risanamento del sito è atteso entro i termini stabiliti dalle autorizzazioni regionali ottenute.
SEA e l’amministratore Filippo Accardi sono certi che anche il giudizio della magistratura trapanese riconoscerà, al pari delle istituzioni pubbliche coinvolte nella procedura di bonifica, la correttezza del loro operato e delle azioni compiute sempre nel rispetto delle normative ambientali vigenti.