Aiutare i bambini vittima di guerra: un caso di coscienza

L’Unicef ha lanciato la raccolta fondi più grande di sempre in quanto ritiene che nel 2020 saranno 59 milioni i bambini, di 64 Paesi, ad avere bisogno di aiuto. Un numero storico di bambini costretti a lasciare le proprie case necessita urgentemente di protezione e supporto. I conflitti restano le cause principali, oltre a fame, malattie infettive ed eventi meteorologici estremi legati al cambiamento climatico, che costringono altri milioni di persone a cercare aiuti salvavita.

La situazione in Siria

In Siria si vive una delle situazioni più preoccupanti specialmente per quanto riguarda i bambini. Sette milioni e mezzo di bambini hanno bisogno di aiuto. Di questi 5 milioni si trovano in Siria e 2,5 nei paesi limitrofi. 2,6 milioni di bambini sono sfollati interni e 2,5 milioni di bambini sono registrati come rifugiati nei paesi limitrofi.

Nel Nord-Ovest della Siria, l’escalation del conflitto armato, unita alle dure condizioni invernali e al crollo delle temperature, oltre a una già disastrosa crisi umanitaria, ha imposto un pesante tributo a centinaia di migliaia di bambini e famiglie. Più di 960.000 persone, tra cui più di 575.000 bambini, sono sfollate dal 1° dicembre 2019. Nel Nord-Est, almeno 28.000 bambini provenienti da più di 60 Paesi (circa 20 mila solo dall’Iraq) continuano a languire nei campi di sfollamento, privati dei servizi più elementari. Solo 765 bambini sono stati rimpatriati nei loro Paesi d’origine a partire dal gennaio di quest’anno.

Numeri che spingono diverse associazioni a portare avanti iniziative utili a contribuire ad aiutare i bambini vittime di guerra. Bisogna sapere che a causa della mancanza di aule, le classi sono sovraffollate, l’insegnamento è messo a dura prova e l’efficacia delle lezioni compromessa. 

Per garantire l’accesso a un’educazione di qualità, in un contesto accogliente e sicuro AVSI Siria ha avviato un nuovo progetto educativo, finanziato dal fondo SHF dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Syrian Humanitarian Funds – OCHA) rivolto a 1000 bambini nel sottodistretto di Nashabieh nella Ghouta Orientale, nella zona rurale di Damasco.

Il sostegno psicosociale, spiegano gli esperti, è un bisogno naturale e necessario per le persone che soffrono di una crisi prolungata, soprattutto per i bambini: secondo i dati dell’UNICEF sono circa quattro milioni, la metà dei bambini che vivono in Siria. Per garantire l’accesso all’istruzione formale e non formale è necessario potenziare le capacità del sistema educativo e degli insegnanti di fornire anche un sostegno psicosociale.

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