E’ stata denominata Acqua ragia, l’operazione condotta dalla guardia di finanza di Gela, nel nisseno che ha portato in carcere 4 soggetti, ritenuti responsabili insieme ad altri 9 di aver costituito un’associazione a delinquere, con base operativa a Gela e ramificata su tutto il territorio isolano, finalizzata al contrabbando e alla miscelazione abusiva di prodotti energetici. Contestualmente le fiamme gialle hanno eseguito un sequestro preventivo diretto di tre società con sedi legali a Misterbianco, Augusta e Gela.
Tra i quattro arrestati, tre sono finiti ai domiciliari e per uno è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e obbligo di dimora. L’organizzazione criminale è formata da 13 soggetti tra imprenditori, dipendenti delle società o fidati auto-trasportatori che hanno messo in atto un collaudato meccanismo di frode, tanto semplice quanto redditizio, che ha permesso rapidi guadagni in tempi relativamente brevi a danno della parte commerciale sana del settore, nonché degli automobilisti in genere.
Il provvedimento di oggi arriva dopo l’indagine condotta a partire dal 2018 a seguito del sequestro di 5 autocisterne utilizzate per trasportare il prodotto miscelato in distributori compiacenti, un intero deposito di carburanti nella zona di Contrada Manfria a Gela, nel nisseno, nonché 111.000 litri di prodotto petrolifero adulterato.
Nell’occasione vennero arrestato 4 soggetti, tre di coloro per i quali oggi è stata eseguita la misura cautelare personale. Gli arrestati sono ritenuti responsabili di miscelazione abusiva di gasolio con diluentii impiegati ordinariamente nella produzione di vernice e che risultarno essere un additivo simil solvente denominato Platformat.
Per la miscelazione abusiva veniva utilizzato un deposito commerciale a Gela, di proprietà di una società siracusana, concessa in locazione ad una società di Gela e gestita di fatto tramite l’ausilio di mezzi di trasporto messi a disposizione da una terza società etnea. Le condotte descritte hanno permesso di ottenere un prodotto idoneo per l’autotrazione senza che su di esso fossero pagati tanto i diritti doganali quanto le accise e l’IVA e che lo stesso fosse venduto al di fuori del circuito di vendita ufficiale e totalmente in nero.
L’organizzazione criminale ha potuto contare sulla pianificazione di trasporti di prodotti da paesi esteri quali la Slovenia e la Croazia, mediante emissione di falsi DAS, documenti di accompagnamento di prodotti sottoposti ad accisa, creati ad hoc per mascherare la reale destinazione del prodotto solvente e giustificare spedizioni di carburante nei confronti di depositi che mai hanno visto arrivare il carico, lasciando la facoltà di poter rivendere il prodotto finito a distributori compiacenti e totalmente in evasione di imposta.
Il sodalizio è riuscito complessivamente ad evadere tributi, accise e Iva per oltre 437 mila euro. Ognuno dei 13 componenti dell’organizzazione criminale aveva un suo ruolo ben definito. Oggi è scattato l’arrestato per S.D., 31 anni, di Catania, pluripregiudicato, già condannato per contrabbando; B.D., calatino di 53 anni, braccio destro di S.D., staffetta durante i trasporti, falsificatore dei DAS e riscossore delle somme di denaro dagli acquirenti finali; C.A., catanese di 31 anni , elemento essenziale per l’organizzazione in quanto proprietario del sito di stoccaggio e risolutore di problematiche inerenti alle pratiche doganali e R.O., 49enne catanese, morto il 27 gennaio 2020, autista ed organizzatore di viaggi, abile miscelatore del prodotto solvente con il carburante che ha gestito nel tempo i registri di carico e scarico.
Il gip di Catania, di fronte al chiaro quadro probatorio ricostruito, ha disposto misure cautelari personali e reali nei confronti di 4 indagati, tre dei quali sono stati sottoposti ai domiciliari, mentre per l’indagato deceduto nel corso delle indagini era stata disposta la misura dell’obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria.
E’ stato inoltre disposto il sequestro preventivo diretto dal complesso aziendale di 3 società che saranno poste in amministrazione giudiziaria, il cui valore complessivo ammonta ad oltre 13 milioni di euro.