Naso (Me): Michele Orifici chiarisce come poter evitare e ripristinare il territorio dai danni degli incendi
Il 3 ottobre Naso in provincia di Messina brucia. Anche altri comuni bruciano ma Naso viene accerchiato dalle fiamme quasi come fosse un disegno tacciato a zoccolo di cavallo. I nostri microfoni hanno cercato di scavare oltre, capire cause, effetti conseguenze, possibili soluzioni al disastro.
Michele Orifici, vice presidente nazionale SIGEA (società italiana di geologia ambientale) ci ha aiutato a capire meglio cosa è accaduto e come potersi risollevare.
Siamo andati ai piedi del luogo da dove, secondo le nostre analisi, sia partito uno dei punti focali fondamentali. Le due fiumare, località che si trova al fianco della scorrevole per Tortorici e punto nevralgico dal quale sistematicamente hanno luogo gli appicchi dolosi nel comune di Naso. Appare chiaro che il costone diviene trampolino di lancio per una migliore devastazione del territorio.
Ma ormai è chiaro che i punti dai quali sono scoppiati gli incendi quel giorno a Naso, sono stati più di uno. Il primo di tutti ai piedi della piazza e della Chiesa centrale. Contati i danni, deve partire la rete. Chi, cosa, come, perché, ma soprattutto come evitare di questi disastri.
I finanziamenti, gli organi di controllo (potrebbe essere attivato il sistema di celle telefoniche che si aggancia in quella zona nell’orario dell’accaduto), le leggi da istituire e far applicare (vedi caso Cimino del forestale arrestato per flagranza di reato, il giudice convalida l’arresto e lo rimette in libertà), una possibile rete di comitato civico ma anche e soprattutto l’abbandono delle terre agricole perché depredate della loro capacità economica.
Questi i temi che abbiamo affrontato insieme al vice presidente e che di seguito potrete ascoltare per approfondire.
(Foto in copertina scattata dal satellite)