Performace teatrali, musica d’autore e tante risate tenute insieme dalla solita, grande, emozione che accompagna le serate di “Lampedus’amore – Premio giornalistico internazionale Cristiana Matano”, organizzato dall’associazione Occhiblu onlus. Nonostante tutto e nonostante il vento. Graziano Piazza, Chiara Civello, Lello Analfino dei Tinturia, I Soldi Spicci, Gianfranco Jannuzzo, Tony Colapinto si sono alternati sul palco regalando momenti straordinari al pubblico presente in nome di Cristiana e del suo amore per l’isola delle Pelagie.
Salvo La Rosa, che ha presentato la serata finale con Ninfa Colasanto (La7), dice: “Sono felice di aver condotto per il quinto anno consecutivo il Premio dedicato a Cristiana in un posto magico come Lampedusa, luogo dell’anima e dell’accoglienza. Questa manifestazione ha qualcosa in più, viaggia sul filo delle grandi emozioni e vive sulla passione e l’amore di Filippo e Marta Mulè e su quella di tanti colleghi e amici di Cristiana. Non poteva esserci titolo più adatto di “Lampedus’amore”, perché è l’amore che lega tutta l’organizzazione. E che neppure il maestrale può fermare”.
Un riconoscimento speciale è andato alle eccellenze lampedusane, Tony Colapinto e Nino Taranto, e un altro alla Guardia Costiera, nel giorno triste del ritrovamento del corpo del sottufficiale della Guardia costiera di Milazzo, Aurelio Visalli.
Sul palco, oltre agli ospiti, i vincitori del Premio giornalistico internazionale “Cristiana Matano” con le loro storie toccanti, legate al tema dell’edizione 2020 “Lampedusa, Mediterraneo di pace: occhio del mondo sulla coesistenza fra i popoli”. Sono Gustav Hofer (Arte Journal TV) per la stampa estera, Alice Martinelli (Italia1, Le Iene) e Giovanni Verga (L’Eco di Bergamo) per la stampa italiana, e Daniele Puggioni (La Nuova Sardegna), giornalista emergente.
Affidato a Filippo Mulè, presidente dell’associazione “Occhiblu onlus”, il commento finale: “E’ stata l’edizione più difficile, quella delle sfide, ma alla fine siamo riusciti a dare continuità al Premio e ad offrire una tre giorni ricca di contenuti, presenze prestigiose e momenti di riflessioni. Dalla tradizionale data di luglio siamo stati costretti a spostarci a fine settembre, mantenendo comunque il format degli anni precedenti con grande coraggio e impegno. Il bilancio non può che essere positivo, avendo offerto un programma che anche stavolta ha promosso il buon giornalismo e i valori della solidarietà, della coesione sociale, del dialogo e della cultura, in un mondo che invece sembra andare da un altro lato. Riprenderci ciò che ci appartiene, il gusto delle emozioni e della vita, è l’obiettivo in un tempo in cui non ci è consentito neppure di abbracciarci: vedere Piazza Castello gremita, nel rispetto delle ordinanze in vigore e del distanziamento anti Covid, ci ha ripagato dei sacrifici e ci ha confermato che la strada intrapresa è quella giusta”.
In mattinata, la sala convegni dell’aeroporto aveva ospitato il convegno dal titolo “Dall’accoglienza alla speranza: la nuova vita di Lampedusa, frontiera di pace” con un dibattito su informazione, solidarietà e impegno sociale, organizzato con il patrocinio dell’Ordine nazionale dei Giornalisti, dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, della Federazione Nazionale della Stampa, di Assostampa Sicilia e Palermo. Moderati da Elvira Terranova (AdnKronos) sono intervenuti, il sindaco di Lampedusa Salvatore Martello, il giornalista e scrittore Gaetano Savatteri, il parroco di Lampedusa, don Carmelo La Magra, l’attore e regista Graziano Piazza, e il presidente del Comitato 3 ottobre Tareke Brhane. “Accogliere – ha spiegato don Carmelo La Magra – significa tenere al centro la persona, per questo non è possibile che 1500 persone stiano in una gabbia come l’hotspot di Lampedusa. Il problema è che si gestisce tutto come un’emergenza senza tenere conto della persona nel fare leggi e progetti. Un punto di partenza per Lampedusa non può che essere quello di tornare ad avere a cuore la singola persona”.
Per l’eurodeputato Pietro Bartolo “dobbiamo lavorare perché queste persone possano arrivare attraverso i canali regolari, i corridoi umanitari, il nostro mare bellissimo ma non perdona. Abbiamo il dovere di accoglierli e di aiutarli per restituire loro un centesimo di quello che il mondo occidentale gli ha tolto. Sono dispiaciuto perché qualcuno fomenta odio e rancore: Lampedusa non è quella che fanno apparire, Lampedusa è un’isola di pescatori e tale deve rimanere”. Il sindaco Martello sottolinea: “L’Italia non mostra a Bruxelles una linea compatta, non ha una posizione forte sul fenomeno migratorio. Si va avanti per slogan che servono a tappare buchi momentanei senza affrontare l’argomento, servono solo a spostare l’attenzione. Servono decisioni che vadano al di là dell’appartenenza politica perché incidono sull’intera Europa, dove non esiste una politica nei confronti dei paesi rivieraschi. Non sono cambiati i lampedusani, è cambiata la società italiana, di cui Lampedusa fa parte. E’ cambiata la percezione che abbiamo noi del fenomeno migratorio rispetto a chi sta a Roma o a Bruxelles”. Savatteri: “Il nostro è un Paese in cui da 40 anni viviamo in emergenza su tutto, dalle mafie al terrorismo. Ogni emergenza ne scaccia via un’altra. Quella migratoria è una questione secolare che resterà tale se si tenta di arginarla dentro regole di tipo costrittivo. Come si fa a eliminare questa necessità di emergenza? Dovremmo ragionare su questo vizio dell’emergenza continua. Che dopo anni, diventa storia”.