Sabato scorso, 8 agosto, si è conclusa per alcuni studenti universitari siciliani la loro esperienza formativa nell’area archeologica di San Nicola Giglia. Ci troviamo a Chiaramonte Gulfi, nel ragusano, in un fondo di proprietà della cooperativa Nostra Signora di Gulfi.
Dallo scorso 13 luglio otto studenti universitari, provenienti da diversi atenei, sono stati impegnati in una serie di sopralluoghi conosciutivi e prove di scavo nell’area archeologica.
Il sito, datato tra il III e il IV secolo d.C. sta attirando l’interesse della comunità scientifica nazionale e delle università italiane che, a vario titolo, si stanno occupando di studiare i dati che giornalmente restituisce la necropoli, in virtù della convenzione stipulata nel 2018 tra la cooperativa, il comune di Chiaramonte Gulfi, la sovrintendenza ai beni culturali e ambientali di Ragusa e l’università di Bologna.
Nel sito, già negli anni scorsi erano state trovate più di 110 tombe, di alcune bisome cioè con sepoltura doppia, alcuni sarcofagi litici e delle tombe terragne. A San Nicola Giglia, con molta probabilità, era presente una comunità di ceto sociale elevato.
I giovani sono stati impegnati tutte le mattine dal lunedì al sabato in attività di scavo stratigrafico, con documentazione e rilievo archeologico direttamente sul campo, alla presenza dell’archeologo Francesco Cardinale.
Nel pomeriggio poi si è svolta la parte formativa con incontri/lezioni di approfondimento sui vari ambiti dell’archeologia tenuti da esperti, funzionari e docenti che a vario titolo sono protagonisti del progetto di scoperta e fruizione della necropoli San Nicola-Giglia.
Inoltre, gli studenti hanno fatto pratica di catalogazione e compilazione delle schede di scavo, schede ministeriali e tecniche di restauro di reperti seguiti da tutor esperti.
“L’esperienza, da anni tanto voluta e desiderata – ha detto il presidente della cooperativa Nostra Signora di Gulfi, Gianvito Distefano – di dedicare l’ultima settimana di luglio e la prima di agosto agli studenti universitari che a titolo gratuito vogliono fare esperienza di scavo presso i siti del proprio territorio, quest’anno si è potuta finalmente realizzare. Hanno partecipato con passione e impegno giovani studenti provenienti dalle provincie di Messina, Catania, Ragusa ed Enna. Tutto questo è stato possibile grazie alla lungimiranza dei funzionari della Sovrintendenza di Ragusa, il dottor Saverio Scerra e la dottoressa Maria Sammito, che già da anni instaurano rapporti tra pubblico e privato sociale dando la possibilità di avere in provincia un approccio dinamico, reale, e non ostativo tra le istituzioni e i cittadini. È doveroso un ringraziamento a tutti i tutor, docenti ed esperti che hanno collaborato alla riuscita di questa esperienza, in modo particolare ringrazio l’archeologo dottor Francesco Cardinale che con alta professionalità segue le operazioni di scavo nell’area archeologica e la dottoressa Angela Dipasquale per aver curato l’aspetto organizzativo a supporto dei giovani studenti. Oggi più che mai mi sento orgoglioso di aver ospitato questi ragazzi che con entusiasmo, generosità e serietà hanno dimostrato ancora una volta la bellezza di essere siciliani”.
Ma lo scavo non si ferma: infatti a partire dal 24 agosto prenderà il via la missione di scavo che vedrà protagonisti l’Università di Bologna e gli studenti universitari provenienti da altre regioni d’Italia.