Sit in di protesta questa mattina davanti alla direzione generale dell’università degli studi di Catania in piazza Università. Un appuntamento organizzato dalla Fsi-Usae federazione sindacati indipendenti facente parte della confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei.
Alla base della protesta ci sono le gravi incertezze createsi con il mancato rinnovo di 40 contratti di dipendenti a tempo determinato, scaduti ad aprile.
Il giorno successivo alla dichiarazione dello stato di agitazione alla commissione nazionale dello sciopero e alla prefettura, aprendo ufficialmente la vertenza, è arrivata la convocazione del rettore Francesco Priolo e del direttore generale Giovanni La Via proprio in occasione del sit-in indetto dalla Fsi-Usae.
“Per noi oggi l’obiettivo è di chiedere garanzie certe e celeri per evitare l’uscita definitiva dei lavoratori dal mondo del lavoro già percettori di indennità di disoccupazione – prosegue Calogero Coniglio segretario regionale e territoriale Catania e Gaetano Muscia dirigente sindacale – c’è tanta rabbia e preoccupazione nell’accorato appello che abbiamo lanciato quest’oggi sia da parte dei lavoratori e che dalla nostra organizzazione sindacale durante il sit in di protesta.
Dalla riunione è emersa la decisione dell’Ateneo di non voler reintegrare i lavoratori con contratto a tempo determinato e di rimandare la discussione a dicembre, per iniziare un percorso di stabilizzazione dopo la verifica dei bilanci e degli introiti derivanti dal numero di iscrizioni all’Ateneo.
Solo promesse, sei mesi sono un arco temporale troppo lungo, la Fsi-Usae ha chiesto da subito un pre accordo, un impegno formale, con un piano triennale di assunzioni in cui rientrino le figure professionali dei precari coinvolti. Sono lavoratori che per decenni hanno lavorato nell’ Università e nei loro confronti esistono diritti da rispettare che non vanno disattesi.
Aspettiamo e auspichiamo anche nella convocazione del Prefetto. In caso di mancata conciliazione metteremo in campo tutte le iniziative necessarie per ottenere risposte concrete – conclude la Fsi-Usae.