Pace del Mela (Me): cittadini contro l’inceneritore

Dopo 60 anni di industrializzazione selvaggia, è stato conseguito il primo atto concreto per ridurre l’inquinamento nella Valle del Mela, nel messinese. Si tratta del piano regionale di qualità dell’aria, approvato nel 2018, che prevede una considerevole riduzione delle emissioni delle industrie più inquinanti della regione, tra cui la raffineria di Milazzo.

I nuovi limiti, che entreranno a pieno regime nel 2027, con un passaggio intermedio nel 2022, corrispondono alle migliori tecnologie oggi disponibili e applicabili. Un risultato storico, contro cui è arrivata puntuale la levata di scudi delle grosse industrie inquinanti, che con ricorsi e manovre sottobanco stanno tentando di far saltare il Piano.

Qualche giorno fa a Milazzo si è svolto un consiglio comunale straordinario sulla “vertenza Raffineria”. Al termine del civico consesso è stato approvato, con il voto di 17 consiglieri, il documento che contiene un’espressione ambigua. “Si invita il governo regionale – scrivono le associazioni ambientaliste nate e operanti sul territorio – attraverso l’intervento della deputazione locale, a discutere di margini e parametri al fine di evitare eccessi di populismo. Una specie di “messaggio in codice”, che viene però smascherato in una precedente versione del documento. E’ infatti trapelato che nella proposta iniziale si chiedeva chiaramente una revisione del Piano regionale di qualità dell’aria, al fine di permettere alla Raffineria di inquinare di più, continuando anche a distruggere il clima.

 

Alcuni consiglieri si sarebbero però rifiutati di aderire ad una richiesta simile e quindi dal compromesso è uscita fuori la versione più politichese”.

Evidentemente gli autori di questa “proposta indecente” (che sembra essere partita dal gruppo della Lega) non hanno capito che il lavoro si difende favorendo gli investimenti per gli adeguamenti ambientali, non evitandoli. Anziché chiedere al governo regionale di permettere alle industrie di inquinare di più, perché non chiedono al governo centrale degli incentivi sulla riconversione ecologica delle industrie? Cos’è il “Green New Deal” di cui si parla tanto, se non questo? L’obiettivo non è proprio quello di creare posti di lavoro inquinando di meno? O ancora si pensa che il lavoro sia possibile solo a discapito della salute e dell’ambiente? Ci auguriamo che i deputati regionali non diano alcun seguito a tale irresponsabile richiesta, considerata la grave situazione ambientale e sanitaria in cui versa il territorio.

La valle del Mela è infatti balzata al primo posto in Italia per eccesso di malformazioni congenite, come rivela l’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità. Per non parlare degli eccessi di varie patologie (respiratorie, tiroidee, ipofisarie, ecc…) anch’esse riconducibili all’inquinamento. Con quale barbaro coraggio le industrie ed alcuni consiglieri chiedono limiti meno restrittivi?

I consiglieri hanno anche chiesto l’istituzione di un tavolo permanente composto da rappresentanti del Comune di Milazzo, della raffineria e dei sindacati per discutere di ambiente e lavoro. Non è accettabile che le associazioni, portatori di interessi diffusi, vengono escluse dal tavolo”. Così i comitati e le associazioni anti inquinamento della Valle del Mela: Adasc, comitato dei cittadini contro l’inceneritore del Mela, Arci Messina Aps, movimento no inceneritori del Mela e associazione TSC.

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