Siracusa: no al trasferimento del Caravaggio

L’associazione BCsicilia dice no al trasferimento de “Il seppellimento di Santa Lucia” di Caravaggio dalla chiesa di Santa Maria alla Badia a Siracusa.

“Non vogliamo mettere in dubbio la buonafede di coloro che hanno promosso questa “operazione” o dato il proprio nulla osta per la partenza dell’opera del Merisi. Ma perché – si chiede l’associazione – siamo l’unica regione costretta a mandare i propri capolavori fuori per essere restaurati, in cambio delle esposizioni in qualche mostra?”

Considerato che l’opera versava in così grave stato di conservazione e da diverso tempo, perché non si trovavano i fondi da parte del Fec (fondo edifici di culto), proprietario dell’opera o da parte della regione? E’ legittimo pensare che l’opera sia particolarmente danneggiata anche perché è stata troppo spesso portata in giro per mostre e rassegne?

Ma quando finirà questa stagione in cui dobbiamo vedere in “viaggio” i nostri capolavori, parte straordinaria della nostra identità collettiva per essere restaurati con l’immancabile esposizione in altre parti? Ma quante sono le altre opere del Caravaggio che sono così spesso in altre città dove non sono conservate? E quante opere di grande pregio sono arrivate in Sicilia per essere ospitate nelle nostre mostre? O quanti capolavori assoluti dell’arte italiana del Seicento il Fec ha spostato per essere restaurati in altre regioni? Si chiede l’associazione.

Questa situazione – continua il comunicato di BCsicilia – è diventata intollerabile, sembriamo i miserabili che per sfamare i propri figli li devono “affittare” ad altri che vivono in condizioni più agiate. Facciamo appello al presidente Musumeci e al nuovo assessore regionali ai beni culturali affinché venga messa la parola fine a questi “viaggi della speranza” con una definitiva inversione di marcia. La Sicilia ha le professionalità necessarie per restaurare il proprio patrimonio. Spetta a questo governo regionale, che si dice così attento alla salvaguardia della nostra eredità culturale, costruire un grande progetto, dove si intreccino risorse pubbliche e privare, per salvare i nostri beni culturali”.

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