Sarà inaugurata il prossimo 22 febbraio alle 18.00 allo spazio Plenum-fotografia contemporanea di Catania, diretto da Massimo Siragusa, The iceberg, la personale dell’artista romano Giorgio Di Noto.
La sua ricerca si focalizza sullo studio dei materiali e dei linguaggi della fotografia e del rapporto tra processi tecnici e contenuti delle immagini. Sarà possibile visitare la mostra fino al 12 aprile. L’esposizione è a cura di Chiara Capodici, mentre il testo critico è firmato da Paola Paleari.
The Iceberg affronta un tema estremamente attuale, il deep web. Giorgio Di Noto presenta internet come un iceberg la cui punta raffigura il “Surface web” ovvero quel territorio digitale dove si naviga tra motori di ricerca, social networks, blog, siti di informazione. Insomma, la parte sommersa dell’iceberg pari a più del suo 90%.
Sotto la superficie conosciuta di internet si evolve un network criptato che sfugge ai motori di ricerca e in cui vige la totale anonimità. Uno spazio apparentemente senza regole, accessibile solo attraverso specifici software, dove tutto è teoricamente permesso, dove nulla è praticamente tracciabile.
“The iceberg è caratterizzato da una struttura a cerchi concentrici, la cui complessità – spiega Paolo Paleari – riflette le implicazioni economiche, sociali, tecnologiche e linguistiche connesse al materiale fotografico di partenza. Il primo livello d’interesse del progetto è il contesto stesso all’interno del quale Di Noto ha deciso di operare, ossia il cosiddetto Dark Web.
Il secondo livello di interesse riguarda le fotografie su cui Di Noto ha concentrato la sua attenzione, ossia quelle utilizzate dai venditori di droga e sostanze illegali per pubblicizzare i propri prodotti. Pur essendo immagini spesso scattate amatorialmente dagli stessi venditori e destinate a scomparire una volta esaurita la loro funzione, posseggono un’estetica accattivante, quasi esotica, pensata per attrarre potenziali acquirenti e che curiosamente si avvicina ad un certo tipo di immagine contemporanea”.
Nell’installazione The iceberg queste fotografie, probabilmente scattate con piccole macchine fotografiche o smartphone, inedite e anonime, sono presentate come oggetti invisibili stampate con degli inchiostri speciali, appaiono e si rivelano sulla superficie solo attraverso una luce ultravioletta.
La stessa luce che nella realtà è impiegata per rivelare tracce di droga, in questo caso è necessaria per rivelare tracce di droga, in questo caso è necessaria per rivelare una rappresentazione della droga stessa, altrimenti non accessibile.
Queste immagini, caricate anonimamente e probabilmente destinate ad auto cancellarsi esaurita la loro funzione, non sono rintracciabili né visibili nel web tradizionale, ma vivono temporaneamente solo in questo spazio. La luce gioca un ruolo fondamentale. La sua assenza o presenza, infatti, crea una diversa percezione dell’opera.
Insieme all’esposizione dell’installazione The Iceberg, un display di libri che continua a Catania la serie di Leporello Through the book(s), esposizioni di pubblicazioni il cui intento è di approfondire un progetto ricostruendone radici, ispirazioni, potenziali contaminazioni e punti di dialogo, in questo caso dedicato all’approfondimento del lavoro di Di Noto.
Durante l’inaugurazione verrà presentato anche il libro omonimo, pubblicato dalla casa editrice Patrick Frey e l’edizione limitata di poster che raccolgono tutte le immagini del progetto.