Tortorici (Me): i consiglieri solidali con il sindaco, ma “non potete etichettare tutta la comunità”
Ieri in apertura dei lavori del consiglio comunale di Tortorici si è alzata chiara la voce del consigliere di maggioranza Carmelo Trusso Cafarello per difendere il proprio paese.
Innanzitutto è stato dato il benvenuto al nuovo segretario comunale e al sindaco che è rientrato a ricoprire la sua funzione, dopo che è cessata la misura cautelare dei domiciliari disposta nell’ambito dell’operazione Nebrodi condotta da carabinieri e guardia di finanza e che ha portato all’arresto di 94 persone per la cosiddetta “mafia dei pascoli”.
“La nostra fiducia nei confronti del sindaco non è mai venuta meno – ha detto Trusso Cafarello – così come è massima la nostra fiducia nei confronti di magistratura e forze dell’ordine. Il mafioso va perseguito senza se e senza ma, ma occorre precisare che siamo in uno stato di diritto dove ognuno, per essere condannato, dovrà prima aver subito un equo processo. Chi ha sbagliato facendo illeciti deve pagare, chi ha compiuto attività criminose e malavitose deve espiare la giusta pena dopo aver subito un regolare processo. È appunto per questo che non hanno senso i tentativi che hanno il solo scopo di etichettare l’intera comunità come un paese mafioso.
A questo ci ribelliamo con forza. Non possiamo accettare il clima di caccia alle streghe che qualcuno continua a fomentare”.
E ovviamente non potevano mancare gli accenni alle gesta del passato e a quello che gli oricensi hanno fatto e continuano a fare. Tortorici ha dato i natali a fisici, letterati, studiosi, piloti automobilistici e molto altro ancora. “I tortoriciani – prosegue il consigliere – sono gente laboriosa, pronta a rimboccarsi le maniche anche quando in passato per dare un futuro migliore ai propri figli andavano a lavorare le terre in altre province percorrendo centinaia di chilometri. Tortoriciani sono anche i giovani che oggi, con la valigia in mano, sono costretti ad emigrare in cerca di una sorte migliore, ma che hanno sempre mantenuto Tortorici nel cuore perché le radici non si dimenticano. Tortoriciani sono le persone che hanno dato lustro al nostro paese, ma anche gli operai, i tecnici, i maestri, i professionisti che ogni mattina si devono spostare per centinaia di chilometri e andare a lavorare a Messina, Palermo, Catania, costretti. A Tortorici lavoro non ce n’è”.
E non è mancato un accenno alle passate amministrazioni. “Qui – prosegue Carmelo Trusso – le tare sono state la mancanza del prg, la totale assenza di un processo politico che mirasse ad uno sviluppo sostenibile, l’abbandono delle infrastrutture, l’asse viario da terzo mondo per non parlare delle scelte scellerate che hanno portato a costruire le cosiddette cattedrali nel deserto o i mutui contratti nel tempo che gravano ancora oggi sul bilancio e che hanno portato il nostro comune al dissesto finanziario. Cosa si è fatto per contrastare una piaga come quella della droga. Queste scelte unite all’isolamento voluto delle alte istituzioni, hanno portato Tortorici ad essere un paese pieno di problemi e che oggi ha bisogno che le istituzioni stiano accanto con l’obiettivo comune di far risorgere questa comunità. Di tutto abbiamo bisogno tranne che essere marchiati di paese mafioso”.