È finito ai domiciliari in una comunità di recupero L.G., 40 anni, che maltrattava i genitori conviventi (padre di anni 68 anni, madre di 65 anni) e le sorelle di 44, 43 e 26 anni.
Le indagini condotte dai carabinieri hanno evidenziato come l’uomo, dipendente dalla droga, seppure fosse già stato sottoposto alla misura dell’allontanamento dalla casa familiare, ha reiterato i comportamenti vessatori nei confronti dei propri familiari. Tutto ciò ha comportato un clima di tensione nel contesto familiare rendendo dolorosa la convivenza.
Una escalation di violenze e di frasi minatorie con cui l’uomo si rivolgeva ai familiari dicendo loro: “vi ammazzo se non mi date i soldi, vi brucio la casa e la macchina, vi uccido ad uno ad uno, vi consumo come voi avete consumato me” e, ancora, “io vi ammazzo, mi state distruggendo la vita, non volete che io vada via, non siete un padre e una madre, potete procurarvi 1.000 euro altrimenti vi mando i cristiani”.
Un trattamento, questo, che l’uomo non riservava solo ai genitori, ma anche alle sorelle. Era arrivato a minacciare pure il fidanzato della sorella più piccola dicendole: “sei già morta, ti ammazzo il fidanzato, ora gli mando persone per ammazzarlo, lo brucio nella macchina, non mi spavento di lui, non è nessuno”.
Queste ingiurie e minacce venivano proferite soprattutto durante i pasti familiari. Ma non solo minacce. In un’occasione l’uomo ha divelto una sbarra dal furgone del padre e ha lanciato contro una delle sorelle un altro pezzo della carrozzeria staccata dal furgone.
Una situazione insostenibile per tutta la famiglia che è stata costretta a chiedere aiuto ai carabinieri, seppure in cuor loro gravasse la pena per lo status di tossico dipendente del congiunto. La denuncia ha consentito ai militari di raffigurare a carico dell’indagato un quadro probatorio che, recepito in toto dal giudice, si è tradotto nell’emissione della misura restrittiva.